La storia dei circuito di Sassari - Nel nuovo libro di Alberto M.Pintus

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  Ghersi, Cortese, De Filippis, Villoresi, Munaron, Bandini. Erano “gli assi”, gli eroi del volante che calcavano gli asfalti più prestigiosi del mondo e che, in varie fasi, si ritrovarono a Sassari a sfidarsi ruota a ruota. Nel 1933 e dal 1953 al 1959 Sassari entrò di diritto, grazie a questi protagonisti, nella scena motoristica nazionale. In quegli anni si svolse il “Circuito di Sassari”, chiamato anche “Circuito di Platamona”, gara di ve­locità su strada che anche se non arrivò alla notorietà di gare come la Mille Miglia e la Targa Florio rimaneva una delle gare su strada più impegnative.

   Organizzato dalla SEF Torres, un primo tentativo fu fatto già nel 1926. Dopo il grande successo della prima edizione della Scala di Giocca - Osilo si tentò di emulare le grandi corse su strada come la Targa Florio, che si correva fin dal 1906 (La Mille Miglia sarebbe nata giusto l’anno dopo, nel 1927). Il percorso lungo (140 km.), il pessimo stato delle strade e i costi elevati ridussero quello che venne chiama­to “Circuito provinciale di Sassari” a gara locale con la partecipazione di una decina di piloti. Nel 1933 ci fu la prima vera edizione del Circuito, organizzato nel triangolo Sassari-Sorso-Li Pidriazzi-Sassa­ri, percorso che poi manterrà come punti fermi Sassari e Li Pidriazzi, non raggiungendo più Sorso. Gli ultimi due anni, invece, venne creato un “catino”, una pista con due grandi rettilinei e due brevi raccordi fra questi (richiamava in piccolo i grandi ovali americani) nella nascente zona industriale di Porto Torres.

   Nacque così la breve vita della pista di Marinella, tuttora percorribile per chi si inoltra fra i resti del sogno petrolchimico. A Sassari si scontrarono tutti i grandi nomi dell’automobilismo italiano e le sfide fra Ferrari, Maserati, Osca furono all’ultimo metro. Calcarono l’asfalto grandi campioni già affermati come la De Filippis, Villoresi, Cortese, Ghersi e grandi campioni del futuro come lo sfortunato Bandini che morirà a Montecarlo su una Ferrari F.1. Ci fu anche un assaggio di automobilismo internazionale con il campione argentino Juan Manuel Bordeu, figlioccio sportivo di Juan Manuel Fangio, campione che non colse tutto il successo che meritava. Il Circuito di Sassari morì nel 1959. Sopravvisse due anni alla Mille Miglia ma non potè sottrarsi alla sorte che stava segnando tutte le grandi corse su strada, la cui vita fu resa sempre più difficile da regolamenti sempre più stringenti dal punto di vista della sicurezza, soprattutto dopo la tragedia di De Portago proprio alla Mille Miglia del 1957.

   Rimase una bellissima gara, con il grande merito della SEF Torres di averla inventata e dell’ACI Sassari di averla portata alla consacrazione nazionale. Forse solo con il Rally di Costa Smeralda - Trofeo Martini si rivi­dero in Sardegna tanti campioni automobilistici, seppur di una categoria diversa. Nel libro si parla anche delle edizioni motociclistiche del Circuito che, anche se manifestazione a se stante intitolata a Tonitto Viale e organizzata dall’omonimo Moto Club, coincise nel percorso con il Circuito auto­mobilistico. Il volume è in vendita presso le librerie Koiné e Dessì di Sassari oppure richiedendolo alla email “cultsassari@gmail.com”