La Roma cade ancora, ma soprattutto ancora una volta non costruisce praticamente nulla di interessante. E così arriva la settima sconfitta stagionale su 19 gare, la quinta in campionato, stavolta contro un Cagliari che non solo ha giocato meglio, ma ci ha messo anche molto più cuore dei giallorossi. Il gol di Gaetano a otto minuti dalla fine restituisce ai sardi una vittoria che mancava dal 19 settembre scorso e che gli permette di allontanare le zone pericolose della classifica. Per Gasperini un altro giro di riflessione, con la Roma che sembra avvitata sui soliti problemi (la mancanza di produzione offensiva) e che stavolta ha perso anche l’equilibrio che ha invece avuto in altre circostanze.
Gasperini si gioca l’attacco leggero, Pisacane dietro è costretto a rinunciare a Mina. Ne viene fuori subito una partita in parte anche condizionata dal vento, dove la Roma dovrebbe giocare palla a terra, fraseggiare ed invece alza il pallone e con Baldanzi terminale offensivo non riesce a costruire mai niente di davvero pericoloso. Tanto è vero che le occasioni nel primo tempo sono quasi tutte per i sardi, che se hanno un problema anche loro è proprio davanti, nella finalizzazione.
Sta di fatto che nei primi sette minuti prima Adopo e poi Borrelli hanno due occasioni d’oro, ma entrambi perdono il tempo giusto. In mezzo al campo, tra l’altro, lo stesso Adopo e Folorunsho sbagliano tanto negli appoggi, sprecando a volte in costruzione. Il Cagliari, più in generale, cerca sempre la palla in verticale per colpire la Roma alle spalle dei difensori, con le pressioni giallorosse che sono alte, ma assai meno efficaci di altre volte. Così se i giallorossi mettono a taccuino solo un tiro di Baldanzi respinto da Rodriguez, la squadra di Pisacane si rende ancora pericolosa con Borrelli (tiro alto), Folorunsho (che spreca di testa tra le braccia di Svilar) ed Esposito (conclusione parata). A destra Palestra brucia spesso Tsimikas, dall’altra parte Celik sbaglia spesso marcature e coperture e per il Cagliari si aprono spazi invitanti. Insomma, a conti fatti un primo tempo in cui i sardi avrebbero meritato di più, con la Roma spesso incapace di far pesare il suo maggior tasso tecnico.
Nella ripresa stesso identico copione, con il Cagliari sempre a caccia del gol e la Roma in forte difficoltà. Anche perché al 4’ Gasperini resta in dieci per l’espulsione di Celik, che ferma fallosamente la percussione di Folorunsho verso la porta (il centrocampista del Cagliari ne aveva saltati tre in corsa, Zufferli aveva dato inizialmente il rigore per poi correggersi con l’aiuto del Var, con il fallo iniziato fuori area). Da lì in poi è ancora più Cagliari, con Svilar che salva prima su Obert e poi su Folorunsho e uno scatenato Palestra che dalla sua parte scenda, crea e sfiora anche il gol. Tanto che nelle girandole dei cambi, Gasperini prova anche Ghilardi quinto a sinistra, operazione fallimentare, visto che Palestra lo brucia subito due volte in velocità (con un presunto rigore che i sardi reclamano a gran voce per una spinta finale del difensore giallorosso, con conseguente mini-rissa tra Hermoso e Folorunsho). Ed a 8’ dalla fine arriva anche il meritato vantaggio: angolo di Esposito, Ghilardi va ancora a vuoto e Gaetano non sbaglia. Il finale è una corrida, con la Roma a caccia (invano) di un’idea e il Cagliari a difendere con il cuore la vittoria. Che alla fine arriva e manda in visibilio il popolo rossoblù.
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