L'editoriale del Direttore del 5 dicembre 2025

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  Manca la vittoria dal 19 settembre. Allora con Belotti in campo che realizzò una doppietta. Da quel giorno il Cagliari non è più riuscito a centrare l’intera posta. Alti e bassi nelle prestazioni. La formazione di Fabio Pisacane, in realtà, non ha ancora un’identità ben definita. Nonostante siano trascorsi tredici turni di campionato non c’è traccia di quella sorta di “zoccolo duro” che dovrebbe costituire l’ossatura di una squadra propriamente detta. Il mister ha dovuto brancolare un po’ nel buio, variando moduli ed interpreti, senza trovare la giusta chimica per una formazione che talvolta ha dato l’impressione di essere in balia delle onde. E la classifica al momento è preoccupante dopo che, a settembre, i “supporters” si erano illusi di vivere un anno con meno travagli rispetto al passato. Sicuramente c’è stato qualche sfilacciamento nella comunicazione fra tecnico e rosa a disposizione.

Già ad inizio torneo si conoscevano le problematiche inerenti al fatto che Pisacane era all’esordio come tecnico della prima squadra. Guidare come ha fatto lui una formazione come la Primavera e portarla ai massimi livelli nazionali vincendo una Coppa Italia di categoria è senz’altro un attestato da non trascurare, la serie A è invece un ambito differente. L’allenatore non deve essere preparato solo ed esclusivamente dal punto di vista prettamente tecnico, deve avere anche la capacità di gestire un gruppo in tutte le sue componenti. I giovani ad inizio di carriera sono più facilmente inquadrati in ambito globale di squadra, mentre è differente instaurare un rapporto con elementi scafati e dalla personalità naturalmente più spiccata. Un connubio fra tecnica e psicologia che va portato avanti nel tempo. Ecco, in questo lasso di tempo nel quale la formazione rossoblù è calata di rendimento non riuscendo più ad esprimersi compiutamente, deve esserci stato qualche difetto di forma nelle relazioni interne. Nulla di irrimediabile, serve anche a Pisacane per fare esperienza, ma cercare la compattezza del gruppo sarebbe a questo punto la priorità. Con tutti alla ricerca dell’obiettivo comune che è quello di raggiungere il traguardo della salvezza il prima possibile. Già in Coppa Italia a Napoli, seppur inserendo alcune seconde linee con poco minutaggio in campionato, si è assistito ad una prova nel complesso autorevole al cospetto di una squadra meglio attrezzata dal punto di vista tecnico. Ora tutte le note positive emerse al Maradona vanno proiettate nelle gare di campionato.