?Un’operazione chiusa sui titoli di coda di un mercato peraltro di buon livello qualitativo da parte rossoblù. Andrea Belotti ha scelto Cagliari per ritrovarsi e, grazie al “feeling” con il ds Angelozzi ed il tecnico Pisacane, prova a ritrovare la propria identità calcistica dopo qualche stagione sotto traccia. Contratto annuale, sino a giugno 2026, poi si vedrà. Per ora il “gallo” ha già cantato. Dopo l’esordio con qualche titubanza contro il Parma, la doppietta di Lecce complice anche un rigore gentilmente concessogli da Yerry Mina, titolare nell’esecuzione del tiro dal dischetto. Non proclami, ma si presenta in maniera soft: “Abbiamo iniziato il campionato, non dobbiamo fare film mentali. Il nostro traguardo è costituito da quella salvezza da centrare prima possibile”. Belotti ha idee chiare, mostra di essersi calato nell’ambiente che lo circonda: “Vedo negli allenamenti che vi sono tanti giovani che hanno i numeri e dunque di prospettiva. Tutti hanno voglia di imparare guardando il comportamento in campo dei più esperti, quando e come fare determinate cose. La partita di Coppa Italia mi è piaciuta, ho visto che Borrelli si sacrifica e si batte su ogni pallone. Per quanto riguarda Kiliçsoy è certamente un buon prospetto. Bisogna attendere che si adegui a quelle che sono le esigenze del calcio italiano. Del resto non è facile arrivare da una formazione di serie B o dal calcio estero ed essere subito pronti per la massima serie”. E sulle ultime stagioni dice: “Sono arrivato a centimetri da ogni cosa, il giudizio magari può cambiare se a Roma vinci l’Europa League e non perdi in finale, idem a Firenze con la Conference. L’attaccante è chiamato a determinare, si guardano soprattutto i numeri, ma dentro una partita ci possono essere tante dinamiche e tanti episodi. L’attaccante deve essere anche utile ad aiutare un compagno a segnare”. La Nazionale per l’attaccante non è un pensiero fisso: “Giocare con la maglia del proprio paese è un orgoglio immenso, io do un grande valore alla squadra azzurra. Al momento ci penso alla lontana anche perché la priorità è il Cagliari”. Non si aspettava un’accoglienza speciale: “Fantastici i tifosi, che hanno intonato il mio nome. Alla fine della partita di Lecce, Deiola mi ha chiamato per andare sotto la curva a ricevere il tributo. Sono conscio di essere arrivato in una società dalla storia gloriosa e voglio contribuire ad onorare la maglia”. Un segnale, ha voluto portare a Cagliari tutta la famiglia: “Per far ambientare nella nuova città anche le mie figlie, che mi danno tanta tranquillità, e mia moglie, la quale mi supporta nelle mie scelte. Cercheremo casa e dunque saranno anche loro a dover scegliere”. Quindi sulla squadra Belotti ha avuto solo parole dolci: “Ho trovato un gruppo coeso, con compagni che si aiutano a vicenda. Per quanto riguarda il tecnico, mi ha fatto un certo effetto vedere Pisacane in quella veste. Lo ricordavo come giocatore, tosto e battagliero. Mi era capitata una cosa del genere anche con De Rossi a Roma. Pisacane è molto preparato e mi ha stupito per come sa leggere le partite ed intervenire quando le cose non vanno per il verso giusto. Vederlo come tecnico adesso dopo averlo affrontato sul campo è il segnale tangibile del tempo che passa inesorabile”. Torna per un attimo alla partita di Lecce, ultimo turno di campionato: “La cosa più bella è risultata quella di come siamo stati in grado di interpretare la partita nonostante lo svantaggio iniziale che avrebbe potuto tagliarci le gambe. Poi ovviamente sono contento per i due gol, una sorta di ciliegina sulla torta”. Ed ora l’Inter sabato alla “Unipol Domus”. Scontro dall’alto coefficiente di difficoltà: “L’Inter è sicuramente una squadra tosta.-conclude Belotti-Sicuramente verrà fuori una partita molto difficile data la forza degli avversari, ma non dobbiamo fasciarci la testa e fare la nostra partita. Sarà importante farci spingere dalla nostra gente, trascinare anche loro verso qualcosa di superlativo. Avremo i tifosi accanto, può succedere di tutto e proveremo a realizzare il sogno di tutti”.
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