13ª Tappa Vuelta | Almeida vince sull'Angliru, Vingegaard resiste all'offensiva della UAE

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Il diavolo abita sull'Angliru, ma oggi porta il nome di João Almeida. Il portoghese della UAE Emirates vince la tredicesima tappa della Vuelta 2025, la frazione regina che da Cabezón de la Sal conduce alle vette asturiane attraverso 202,7 chilometri di pura sofferenza. Ma è Jonas Vingegaard a sorridere davvero: il danese della Visma conserva la Maglia Rossa nonostante l'offensiva orchestrata dalla squadra emiratina. La giornata nasce già col segno della protesta. Ai piedi dell'Angliru, un manipolo di manifestanti blocca la strada per denunciare la presenza della Israel-Premier Tech, contestazione che rallenta di una trentina di secondi i fuggitivi mentre il gruppo passa senza intoppi. È solo un assaggio del dramma che sta per consumarsi sulle rampe più crudeli d'Europa. Per oltre quattro ore, la fuga di 25 uomini tiene banco con protagonisti di rango come Mads Pedersen, Bob Jungels e Jefferson Cepeda. Ma la UAE Emirates ha altri piani. Quando inizia l'Alto La Mozqueta, primo dei tre giganti di giornata, Ivo Oliveira alza il ritmo nel gruppo e la selezione è immediata. Egan Bernal, ancora una volta, non regge il passo e dice addio ai sogni di gloria. È l'ennesima delusione per il colombiano che non riesce a ritrovare la magia dei giorni migliori. L'Alto del Cordal spacca definitivamente la corsa. Jay Vine prende il testimone da Oliveira e quando l'australiano si alza sui pedali, il gruppo si sgretola come un castello di sabbia. Juan Ayuso perde terreno, così come Rui Costa e Bruno Armirail. Davanti, Nicolas Vinokurov e Bob Jungels si danno battaglia per i punti montagna, ma sanno che il loro destino è segnato. Poi arriva l'Angliru. Dodici chilometri e quattrocento metri di puro inferno, con pendenze che toccano il 23% e una media del 9,7% che non concede respiro. Felix Großschartner fa da apripista per la UAE, poi tocca ad Almeida. Il portoghese attacca a otto chilometri dal traguardo con un ritmo spietato che solo Vingegaard riesce a seguire. È un duello che profuma di altri tempi, quando le salite separavano i campioni dai gregari. Almeida tira senza mai guardarsi indietro, Vingegaard si incolla alla sua ruota come un'ombra. Dietro, Jai Hindley e Sepp Kuss tentano di limitare i danni, ma il gap cresce inesorabilmente. Tom Pidcock, terzo in classifica generale, perde oltre un minuto e vede sfumare le sue ambizioni di podio. Negli ultimi metri, quando la strada finalmente scende verso il traguardo, accade l'impensabile. Vingegaard, che per tutta la salita non ha mai dato un cambio ad Almeida, non prova nemmeno la volata. Il portoghese taglia il traguardo con le braccia al cielo, ma c'è qualcosa di strano in questa vittoria. Come se il danese avesse scelto di lasciargliela, riconoscendo il lavoro del rivale che l'ha portato fino alla vetta. I distacchi parlano chiaro: Hindley arriva a 28 secondi, Kuss a 30. Felix Gall, sempre più convincente, chiude quinto a 52 secondi, mentre Giulio Pellizzari difende la Maglia Bianca arrivando sesto. Il giovane italiano della Red Bull BORA ha sofferto problemi al sottosella durante la salita, ma ha gestito con intelligenza arrivando davanti al rivale Matthew Riccitello. La classifica generale racconta di una Vuelta ancora apertissima. Vingegaard mantiene il comando con 46 secondi su Almeida, ma il portoghese ha guadagnato quattro secondi preziosi grazie agli abbuoni. Pidcock scivola al terzo posto a 2'18", seguito da Hindley a 3'00" e Gall a 3'15". È stata una tappa che ha ridisegnato le gerarchie senza stravolgere completamente i rapporti di forza. La UAE Emirates ha mostrato i muscoli, ma Vingegaard ha dimostrato ancora una volta di essere un fuoriclasse capace di soffrire nel momento giusto. Il danese ha perso una battaglia, ma la guerra è ancora lunga. Quando il sole tramonta sull'Angliru, resta il sapore di una giornata indimenticabile. Almeida ha vinto meritatamente la sua prima tappa in questa Vuelta, ma è Vingegaard ad aver dato la dimostrazione più convincente. In una corsa dove ogni secondo conta, aver limitato a soli quattro secondi il distacco dal vincitore di tappa è stato un capolavoro tattico. La Vuelta 2025 continua a regalare emozioni. Domani si riparte con una classifica cortissima e la sensazione che il meglio debba ancora venire. L'Angliru ha parlato, ma non ha ancora detto l'ultima parola su chi vestirà la Maglia Rossa a Madrid.