Un Cagliari che domina senza il pallone: ecco il paradosso del primo tempo. I
viola palleggiano, fanno scena, accumulano possesso, ma in realtà non
riescono nemmeno ad avvicinarsi seriamente all’area rossoblù. I pericoli,
semmai, li ha creati proprio il Cagliari, che a più riprese ha messo la testa
dentro la difesa della Fiorentina, peccando però di lucidità nell’ultimo
passaggio o nella scelta finale. Occasioni ci sono state, concretezza meno.
La prima vera sbavatura è arrivata su un disimpegno di Deiola: errore che in
altre circostanze sarebbe stato fatale, ma la Fiorentina era talmente spenta
che non ha saputo approfittarne. Campanello d’allarme, ma rientrato senza
danni.
Il secondo tempo, invece, è stato tutta un’altra storia. Fisiologico calo atletico,
pressing meno aggressivo, gambe che cominciano a pesare. La squadra ha
abbassato il baricentro e con esso l’inerzia della partita. La sensazione di
cedimento è diventata certezza al 68’, quando l’unico errore difensivo della
serata ha aperto la strada a Mandragora per l’1-0 viola: cross dalla sinistra,
marcatura blanda, rete incassata. Peccato, perché fino a quel momento la
difesa era stata impeccabile.
Scelte di gestione discutibili anche nei cambi: Esposito, che stava facendo la
differenza in qualità e freschezza, è stato tolto mentre in campo è rimasto più
a lungo un Borrelli generosissimo ma ormai stanco. Forse invertendo l’ordine
d’uscita, con l’ingresso anticipato del turco al 61’, avremmo avuto un finale
meno in apnea.
E invece il destino ha deciso di premiare la caparbietà. All’81’ arrivano forze
nuove, al 94’ la beffa si ribalta: cross dalla destra, Luperto svetta su tutti e di
testa firma un pari che sa quasi di vittoria. Una liberazione, più che un gol: il
Cagliari non solo evita la sconfitta, ma porta a casa un messaggio chiaro.
Il debutto di Pisacane, al netto di errori fisiologici, racconta un Cagliari che ha
cambiato pelle: aggressivo senza palla, compatto in difesa, capace di soffrire
e colpire all’ultimo respiro. Non sarà calcio champagne, ma se questo è
l’inizio, i tifosi hanno buoni motivi per pensare che quest’anno la salvezza
possa arrivare con meno patemi.
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