O'Connor vince nella nebbia, Lipowitz in crisi, Pogacar allunga ancora su Vingegaard

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La nebbia avvolge il Col de la Loze come un sudario quando Ben O'Connor taglia il traguardo con le braccia al cielo. L'australiano della Jayco AlUla conquista la vittoria più importante della sua carriera in una giornata che ridisegna ancora una volta le gerarchie del Tour de France 2025. Dietro di lui, a 1'45", arriva Tadej Pogacar che con questo secondo posto allunga ulteriormente su Jonas Vingegaard nella lotta per la maglia gialla. La frazione da Vif a Courchevel, 171,5 chilometri con tre salite hors catégorie, si presenta come l'ennesimo banco di prova per i big della corsa. Il cielo grigio e minaccioso accompagna i 162 corridori rimasti in gara dopo il forfait di Carlos Rodríguez, ritiratosi per le conseguenze delle cadute subite nei giorni precedenti. Jonathan Milan della Lidl-Trek detta legge al traguardo volante di giornata, conquistando punti preziosi per la maglia verde, ma è sul Col du Glandon che la corsa inizia davvero a prendere forma. Tim Wellens prova il primo allungo, seguito da Wout van Aert, Kaden Groves e Alexey Lutsenko. Ma è quando Primož Roglic decide di uscire dal gruppo che la situazione si accende definitivamente. Lo sloveno della Red Bull-BORA hansgrohe, quinto in classifica generale, raggiunge e supera van Aert, trascinandosi dietro un nutrito gruppetto di corridori. La UAE Team Emirates di Pogacar non gradisce questa mossa e Marc Soler impone un ritmo forsennato al gruppo maglia gialla. Si forma così un'avanguardia di sedici uomini che include, oltre a Roglic, anche Matteo Jorgenson per la Visma e Tim Wellens per la UAE. Sul Glandon la lotta per la maglia a pois si fa serrata. Lenny Martinez della Bahrain Victorious transita per primo, portandosi momentaneamente in vetta alla classifica dei gran premi della montagna, ma Pogacar rimane in agguato a pari punti. La discesa verso la valle dell'Isère vede i corridori sfrecciare tra le nuvole basse, con qualche brivido per la caduta di Gregor Mühlberger, fortunatamente senza conseguenze. È sul Col de la Madeleine che si gioca la partita decisiva. La Visma-Lease a Bike mette in atto il piano studiato per isolare Pogacar: prima van Aert, poi Benoot, infine Campenaerts dettano un ritmo infernale che spacca il gruppo. Ma quando Simon Yates si esaurisce e resta solo Sepp Kuss a disposizione di Vingegaard, la strategia olandese mostra i primi segni di cedimento. Il momento clou arriva quando Vingegaard decide di attaccare. Il danese scatta con decisione, Pogacar gli si incolla alla ruota come un'ombra. I due fenomeni si riportano sui fuggitivi, trasformando la corsa in un'altra dimensione. Jorgenson si mette immediatamente al servizio del suo capitano, ma lo sforzo della Visma per portare fin qui il danese inizia a presentare il conto. Nella discesa verso Méribel il gruppetto di testa procede compatto, ma è evidente che mancano le energie per sostenere un ritmo elevato. È proprio questo rallentamento che permette al gruppo di Oscar Onley di rientrare, e con esso due pezzi da novanta della UAE: Jhonatan Narváez e Adam Yates. Pogacar si ritrova così con due compagni, mentre Vingegaard ha ormai esaurito le sue cartucce. L'ascesa finale al Col de la Loze inizia con O'Connor e Einer Rubio che prendono il largo dal gruppetto di testa. L'australiano ha scelto il momento giusto per giocarsi le sue carte, mentre dietro Jorgenson si sacrifica per portare Vingegaard il più vicino possibile alla vetta. Florian Lipowitz, terzo in classifica generale, prova un disperato attacco in solitaria ma la montagna lo punisce senza pietà. Nelle ultime rampe, avvolte da una nebbia sempre più fitta, O'Connor vola verso il successo mentre alle sue spalle si consuma l'ennesimo duello tra Pogacar e Vingegaard. Il danese ci prova ancora, scatta con la veemenza di chi sa di non avere più molte occasioni, ma la maglia gialla non si scompone. Gli sta dietro, freddo, calcolatore, e quando decide di ripassare lo fa con una progressione che non ammette repliche. Pogacar va a prendersi il secondo posto con 6 secondi di abbuono, Vingegaard chiude terzo a 1'55" con 4 secondi di premio. Ma è soprattutto il tempo guadagnato su strada che conta: una decina di secondi che portano il vantaggio dello sloveno a 4'26" in classifica generale. Lipowitz paga caro il suo tentativo e vede avvicinarsi pericolosamente Onley, ora a soli 22 secondi nella lotta per il podio. La giornata nelle Alpi francesi conferma ancora una volta la superiorità di Pogacar, capace di rispondere a ogni attacco di Vingegaard senza mai andare in sofferenza. Il danese continua a provarci, ma ogni tentativo sembra rimbalzare contro un muro invalicabile. La Visma ha giocato oggi le sue carte esaurendo prematuramente i suoi gregari, mentre la UAE ha potuto ancora contare su uomini freschi nell’ultima ascesa. O'Connor può festeggiare una vittoria meritata, conquistata con intelligenza tattica e gambe forti nel momento giusto. Ma è la classifica generale a raccontare la storia più importante di questa 18ª tappa: Pogacar allunga ancora, Vingegaard non trova la chiave per scardinare il dominio della maglia gialla, e la corsa verso Nizza sembra sempre più indirizzata verso un colore: il giallo della UAE Team Emirates XRG.