La strada da Bayeux a Vire Normandie racconta una storia di coraggio e calcolo, di
attacchi disperati e tattica sopraffina. Quando alle 12:47 i 176 corridori scattano dal foglio
di via, nessuno immagina che questa sesta tappa del Tour 2025 cambierà completamente
le gerarchie della corsa.
Il primo atto si consuma subito: Intermarché-Wanty tiene alto il ritmo per portare Biniam
Girmay al traguardo volante di Villers-Bocage, ma è Jonathan Milan a beffare tutti. Il
corridore della Lidl-Trek passa per primo davanti a Mathieu van der Poel e al sempre
generoso Girmay, prendendosi 20 punti preziosi che lo portano in testa alla classifica della
maglia verde con 112 punti.
Superato lo sprint, la corsa esplode. Quinn Simmons e Ben Healy attaccano subito, ma il
gruppo è irrequieto come un mare in tempesta. Wout van Aert prova a fare la sua corsa, si
muove con Pablo Castrillo, ma ogni tentativo viene sistematicamente annullato. Il ritmo è
infernale: dopo due ore si viaggia a 47 chilometri orari di media.
Sul primo GPM, la Côte du Mont Pinçon, Simmons si prende i primi due punti della
giornata battendo Marc Hirschi. Ma è solo l'antipasto di quello che accadrà. Gli scatti si
susseguono come onde sulla scogliera: Gregor Mühlberger, Alexey Lutsenko, ancora
Healy, ancora Simmons. Il gruppo si allunga, si spezza, si ricompone in un balletto
frenetico.
Quando Tim Wellens scatta per il secondo GPM e passa per primo, sembra una mossa di
routine. Ma dietro le sue spalle sta nascendo la fuga buona: Healy e Simmons si ritrovano
davanti con van der Poel, Tejada, Storer, Yates, Dunbar e Barta. Otto uomini determinati a
fare la differenza.
Il gruppo, guidato dalla UAE di Pogacar, concede spazio. Forse troppo. A 80 chilometri
dall'arrivo il distacco sfiora i due minuti, poi cresce ancora. La UAE sembra controllare, ma
quando il gap supera i tre minuti, qualcosa cambia negli equilibri della corsa.
È sulla Côte de Mortain che Dunbar si prende i primi punti del GPM, ma è più avanti, sulla
Côte de Juvigny-le-Tertre, che Storer beffa l'irlandese e passa per primo. Il gruppo ormai
naviga a quasi quattro minuti, troppi per pensare a una rimonta.
Healy è un fiume in piena. A 38 chilometri dall'arrivo attacca da solo, i compagni di fuga lo
guardano andare senza reagire. Forse pensano sia un suicidio, forse sperano che torni.
Invece l'irlandese dell'EF Education-EasyPost vola via come un falco, guadagna 30
secondi, poi 50, poi un minuto e venti.
Dietro di lui, Simmons prova a organizzare l'inseguimento. Sulla Côte de Saint-Michel-de-
Montjoie l'americano scatta con Storer, ma Healy è ormai un miraggio. Il suo vantaggio
cresce fino a sfiorare i due minuti e mezzo quando entra negli ultimi dieci chilometri.
Intanto, nelle retrovie, sta succedendo qualcosa di clamoroso. Van der Poel, che
sembrava navigare tranquillo nel gruppetto degli ex fuggitivi, improvvisamente perde
contatto. Barta accelera in salita e il campione del mondo olandese crolla, lasciando quasi
un minuto a Tejada e compagni.
Ma è negli ultimi chilometri che si consuma il capolavoro tattico. Healy vola verso la vittoria
in solitaria, trionfo meritato dopo 40 chilometri di fuga. Dietro di lui, Simmons regola Storer
allo sprint per il secondo posto, mentre Dunbar completa il podio.
Il gruppo dei migliori arriva con oltre cinque minuti di ritardo. Pogacar controlla, non vuole
rischiare di riprendere la maglia gialla in una giornata così. Ma van der Poel, che
sembrava spacciato, rientra all'ultimo momento perdendo solo 3'58" da Healy. Abbastanza
per conquistare la maglia gialla con un solo secondo di vantaggio su Pogacar.
Un secondo. Sessanta centesimi che cambiano tutto. Il campione del mondo olandese si
prende il simbolo del primato dopo una giornata che sembrava averlo condannato.
Pogacar perde tutte le maglie che aveva conquistato: la gialla va a van der Poel, la verde
torna sulle spalle di Milan, quella a pois passa a Tim Wellens. Ma attenzione, dietro
potrebbe esserci una tattica, un ragionamento ancora da decifrare.
Healy si prende invece la più bella delle soddisfazioni: la vittoria di tappa e l'ottavo posto in
classifica generale. Una giornata che ricorderà per sempre, in una Normandia che ha visto
l'ennesimo capitolo di una Grande Boucle che si conferma imprevedibile.
Ordine d'arrivo:
1. Ben Healy (EF Education-EasyPost) 4:24:10
2. Quinn Simmons (Lidl-Trek) +2:44
3. Michael Storer (Tudor Pro Cycling Team) +2:51
4. Edward Dunbar (Team Jayco AlUla) +3:21
5. Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike) +3:24
Classifica generale:
1. Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) 21:52:34
2. Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) +0:01
3. Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) +0:43
4. Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels) +1:00
5. Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) +1:14