Crusaders, cuore e gioventù non bastano: Legionari più esperti e cinici

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Termina in semifinale di conference il sogno dei Crusaders Cagliari nella Nine Football League 2025. A Terramaini, davanti al proprio pubblico, la formazione sarda cede per 32 a 41 contro i Legionari Roma, squadra compatta, vispa e concreta, capace di affondare i colpi decisivi nei momenti chiave e gestire il cronometro con astuzia. I Crusaders, imbattuti fino a quel momento, lottano con orgoglio e mantengono l'equilibrio fino all’ultimo minuto, ma devono arrendersi di fronte alla maggiore smaliziatura degli avversari.

La partita è intensa e ricca di emozioni, con gli attacchi protagonisti assoluti: da una parte l’esplosività di Federico Dessì, autore di quattro touchdown, dall’altra la regia lucida di Elia Giachino, che oltre alle due mete personali serve tre assist vincenti. Il kickoff, ritardato di un’ora per un inconveniente legato al colore delle maglie, anticipa un match rovente non solo per il sole cocente, ma per il ritmo incessante e i numerosi capovolgimenti di fronte.

«I motivi della sconfitta non mi interessano – ha dichiarato a fine gara l’head coach Tim Tobin – però questo episodio iniziale è un male per il football americano in Italia. I giocatori dovrebbero portare entrambe le maglie per ogni partita. È stato un disastro: niente tempo per riscaldarsi di nuovo, temperature alte, energie evaporate». Nonostante la delusione, l’allenatore statunitense non ha mancato di lodare i suoi: «Il nostro attacco ha colpito ogni volta con corse lunghe. Sono molto colpito dalla prestazione offensiva. In difesa, invece, qualche errore mentale ci ha penalizzato. Ma è stato un anno fantastico e voglio bene a questi ragazzi».

Più riflessiva l’analisi dell’offensive coordinator Aldo Palmas: «Col senno di poi mi viene da dire che abbiamo colpito in maniera troppo rapida. Questo ci ha fatto arrivare poco concentrati alle trasformazioni, dove abbiamo sbagliato tanto. C’è amarezza perché i Legionari erano alla nostra portata. È stata una battaglia vera fino alla fine. A dicembre, senza Michele Meloni, avrei firmato per arrivare ai playoff. Ma poi ho visto i miglioramenti e le ambizioni sono cresciute. I ragazzi si sono sacrificati, hanno imparato tanto. I campionati si vincono con l’equilibrio e l’esperienza. Noi abbiamo ancora tanta gioventù, ma è un buon punto da cui ripartire».

Nonostante l’eliminazione, la stagione dei Crusaders si chiude con un bilancio più che positivo: sei vittorie su sei nella fase a gironi, una crescita evidente del collettivo e una base solida su cui costruire il futuro. I legionari romani, più cinici nel gestire i momenti decisivi, proseguono il cammino verso il Nine Bowl. Per i sardi resta il rammarico di una semifinale giocata fino in fondo, ma anche la consapevolezza di avere seminato bene per raccogliere presto.

Come si dice nei campi da football: si vince o si impara. E i Crusaders, di certo, hanno imparato molto.