A Sassari il ping pong diventa scuola di vita: la giornata per la disabilità

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Il tennistavolo non è mai stato soltanto uno svago da salotto o da spiaggia. Quando ben praticato, è un’arte rapida e difficile, fatta di polso e di cervello, di riflessi brucianti e di concentrazione monastica. A Sassari, però, il tennistavolo si fa anche pedagogia, riscatto, riabilitazione. E, perché no, occasione di umanità.

Sabato mattina, dalle 10 alle 12, la palestra della scuola media di viale Cossiga 6 ospiterà la “Giornata sportiva delle persone con disabilità”. Non sarà solo un’esibizione, né tanto meno una passerella di buone intenzioni: sarà una vera festa di sport, aperta a persone di tutte le età, desiderose di avvicinarsi al tennistavolo e, magari, di scoprirne il fascino crudele e meraviglioso.

L’iniziativa nasce dall’unione di due progetti paralleli, “Tennistavolo e Disabilità: Dalla Riabilitazione alla pratica agonistica” dell’Asd Tennistavolo Sassari e “Speciale Ping” dell’Asd Libertas Ping Pong Monterosello. A fare da maestri e compagni di viaggio saranno i tecnici e i campioni delle squadre impegnate nei campionati di serie A paralimpica: Pierpaolo Idini, Marco Dal Fabbro, Guido Spano, Elena Rozanova e Ganiyu Ashimiyu. Gente che il tennistavolo non lo gioca, lo respira.

L’appuntamento sassarese porta la firma di una città che sa ancora lavorare coralmente quando si tratta di buone cause. Collaborano all’organizzazione l’istituto Ge.Na. di Sassari e l’associazione “Il sorriso” di Ittiri. Il patrocinio arriva dal Comune di Sassari, dalla Biblioteca Popolare dello Sport, dall’Endas e dal Panathlon. I progetti sono sostenuti dalla Fondazione di Sardegna.

Qui non c’è soltanto sport. C’è l’idea antica e sempre attuale che il gioco — quando è serio — può servire anche a restituire qualcosa a chi dalla sorte ha ricevuto meno. Non c’è gesto atletico che non contenga in sé un frammento di riscatto. E il tennistavolo, con il suo duello di polsi e millimetri, forse più di ogni altro.