Apre la quinta tappa del Giro del Delfinato un cielo parzialmente velato, con un’aria che
oscilla tra i 17° e i 31°, un’umidità al 59% e un vento discreto di NNE a 14?km/h: cornice
ideale per una giornata che si preannuncia vivace e incerta. Alle 12:35 si leva il via, dopo
un tratto neutralizzato di 12,1?km: la corsa si anima subito.
È 13:05 quando Leijnse, Thierry e Labrosse si lanciano nell’impresa: tre giovani in cerca
di gloria. Il gruppetto ottiene presto quasi due minuti di vantaggio, mentre EF
EducationEasyPost e Cofidis scandiscono il ritmo del plotone. L’equilibrio regge fino
al GPM intermedio, dove Benjamin Thomas si fa notare con un attacco che porta
anche Guernalec a seguirlo. I due si fondono con la testa: ora la fuga conta cinque atleti.
Con ritmo incessante, i fuggitivi superano il primo GPM: Thomas marca come miglior
scalatore, Labrosse fa il bis ai successivi due. Il gruppo manovra con criterio, ma solo
quando Soudal QuickStep perde l’uomo di punta Vervaekeper caduta, la tattica si
riorganizza. Cresce la tensione.
Ad –50?km, LidlTrek prende le redini: il plotone accelera, latente è la minaccia dei ventagli.
Ogni salita innesca scossoni: van der Poel dialoga con Evenepoel, i segni di stanchezza
sulla maglia gialla si vedono – nonostante ciò, rimane saldo in testa.
All’avvicinarsi alla Côte des Quatre Vents (–32?km), la tensione sale. Il primo nome è
sempre Thomas, ma il gruppo accelera: Foss, Ally Baudin, Mühlberger scattano, ma alla
fine vengono riassorbiti. Il forcing di LidlTrek e Alpecin-Deceuninck assottiglia il vantaggio
della fuga a 16? agli –10?km.
Negli ultimi 2 chilometri la fuga è inghiottita: la corsa esplode in un assalto collettivo.
L’ultima caduta, nel tratto neutralizzato, coinvolge Evenepoel, Bardet e Van Gils, ma la
fortuna sorride: si rialzano e riprendono il ritmo. Siamo alle 17:05: il treno della LidlTrek si
mette in moto, Consonni tira a tutta per lanciare Jonathan Milan, e tutto sembra
apparecchiato per una sua vittoria.
Ma è Jake Stewart, in maglia IsraelPremier Tech, a trovare il varco perfetto: si infila a
destra, esce in progressione e sorprende Milan proprio sul più bello. Un colpo di reni
deciso, e la vittoria è sua. Dietro, Milan sbuffa, secondo di giornata,
mentre Wærenskjold completa il podio.
Stewart esplode con la potenza della gioventù: è lanciatissimo, e nel giro di pochi pedalate
va in doppia cifra. Milan ha pagato forse l’attesa troppo lunga o una scelta di traiettoria
imperfetta, ma resta tra i migliori. Il treno Lidl-Trek ha fatto tutto bene, salvo il dettaglio più
crudele: la linea d’arrivo.
Due ritiri: Tejada e Ackermann, vittime di cadute. Non cambia la classifica
generale: Evenepoel, nonostante la caduta (avvenuta nel tratto neutralizzato), conserva
la maglia gialla con quasi mezzo minuto di vantaggio. Nulla trapela tra i big, ma le loro
sfide restano accese.
Oggi la Dauphiné s’è presentata nella sua veste più classica: fuga di resistenza, gruppetto
che rincorre, salita che seleziona, volata che decide. Stewart incarna la promessa del
ciclismo moderno, esplosivo e tattico. Milan, pur stremato, ha mostrato cuore e
determinazione; Evenepoel ha cotto i suoi nervi sul filo sottile dell’equilibrio tra ritmo alto e
sopravvivenza. Le squadre mostrano l’inedita voglia di osare, in un gioco di tratti vallonati
e momenti tattici che lasciano il segno.
Così si chiude una tappa di passione, polvere e potenza, sotto un cielo che promette la
resa dei conti. E domani? Nuove montagne attendono, quelle forse decisive arriveranno
sabato. Ma oggi, sotto un orizzonte incandescente, è stata scritta un’altra pagina di
ciclismo che profuma di sudore, assillo tattico e volanti destini.
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