Pisacane-Cagliari, ritorno d’amore: Giulini scommette sull’uomo prima che sull’allenatore

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Nel calcio che fu, ai tempi nostri, quando la scarpata di un libero valeva come una poesia in dialetto, certe storie non avrebbero destato scandalo: anzi, sarebbero parse logiche come un gol di testa al 90’. Fabio Pisacane, nato difensore per volontà del destino e diventato allenatore per amore di una maglia, è pronto a sedersi sulla panchina del Cagliari. Il presidente Giulini, più istintivo che calcolatore, ha deciso di non dare retta ai suggerimenti algidi del suo direttore sportivo Bonato e si è messo in proprio, scegliendo l’uomo prima che il curriculum.

Pisacane, classe 1986, è uno di quegli uomini che parevano usciti da una novella di Giovanni Verga, un vinto che non si è mai rassegnato. A Napoli gli dissero che non poteva più giocare. Lui, con un fisico da artigiano della marcatura, ha fatto il giro dell’inferno per poi risalire a Cagliari, dove la curva gli ha perdonato tutto in anticipo. Più che un giocatore, un simbolo. L’ultimo gol al Sant’Elia – al Milan, mica a un dopolavoro ferroviario – reca ancora il suo nome, come una lapide incisa sulla storia rossoblù.

Non sorprende allora che Giulini, tra un incontro e l’altro nella sede della Fluorsid a Milano, abbia guardato Vanoli e abbia visto un curriculum. Poi ha guardato Pisacane e ha visto un’idea, forse un sogno. Così la scelta pare fatta: sarà lui a guidare il Cagliari nel prossimo campionato di Serie A. Con buona pace di Bonato, sempre più defilato, prossimo alla resa. Il dirigente – in carica dal novembre 2022 – aveva spinto per Vanoli, uomo di campo e risultati, reduce dall’esperienza granata con il Torino, già corteggiato dodici mesi fa. Ma non c’è stato verso: il cuore ha avuto la meglio sul bilancio.

Pisacane arriva in Serie A dalla porta principale, ma con la modestia di chi ha faticato più per meritare il rispetto che i titoli. Due stagioni e mezza eccellenti con la Primavera, una Coppa Italia sollevata due mesi fa come un presagio. Un breve assaggio di prima squadra nel dicembre 2022, un 2-0 sul Cosenza che oggi assume contorni da spartiacque. Ora, dal raduno di luglio a Ponte di Legno fino al debutto in Coppa Italia contro Avellino o Cerignola, sarà tutto suo. Quindi, alla prima di campionato, la Domus si spalancherà contro la Fiorentina e il ragazzo del quartiere Mercato si troverà davanti i gigliati. Si dice che le favole non esistano più nel calcio moderno. Forse. Ma ogni tanto capita che una squadra smetta di essere solo una società e torni a essere una patria. A Pisacane è successo. E questo, caro lettore, è già più che un modulo. È un miracolo.