La quinta tappa del Giro, in questa corsa dai contorni poetici e feroce nella sostanza, prende il via
da Ceglie Messapica, tra ulivi secolari e il profumo delle Murge. Subito al km 0, prima ancora che le
gambe si scaldino, la sfida si accende: Giosuè Epis e Davide Bais decidono di non aspettare
nessuno, evadono dal gruppo come due soldati in missione solitaria. Lorenzo Milesi, lesto, li
raggiunge. Tre italiani all’attacco: è un tricolore che danza nella luce del Sud.
Il gruppo lascia fare. L’inseguitore diventa fuggitivo e, a -140 km, il terzetto ha già un margine di
2’45”. Ma il gruppo, lungo come un serpente e guidato dai treni delle grandi, non concede sogni
troppo lunghi. Sul traguardo volante di Massafra, Epis impone il suo sprint: è lui il più affamato.
Bais segue, Milesi si disinteressa. Dietro, Pedersen mette la firma tra i big: 3 punti per la ciclamino,
che oggi non veste ma di cui è leader assoluto.
Mentre i fuggitivi si contendono ogni respiro, dietro cominciano i problemi: De Pretto fora, Gee e
Clarke si fermano. Davanti, però, è ancora poesia d’equilibrio. A Marina di Ginosa, secondo
traguardo volante, si ripete la danza: Epis, Bais, Milesi. Pedersen ancora a prendersi ciò che è suo.
Ma i giochi si stringono: il gruppo, a -74 km, è a 1’40”.
A Bernalda, dove si assegnano gli abbuoni, il copione è lo stesso: Epis davanti, gli altri dietro. Il loro
vantaggio cresce a 1’30”, ma il gruppo è sveglio. A -41 km, l’idillio termina: Milesi rompe l’accordo,
Epis si rialza. È la fine dell’utopia.
A -31 km si inizia a salire verso Montescaglioso, unico GPM di giornata. Il gruppo cambia pelle,
vuole eliminare i velocisti. Pedersen è maglia rosa, ma corre come se avesse fame di tutto: sprint,
classifica, gloria. Milesi passa per primo sul GPM, ma dietro i giochi si fanno sporchi: molti si
staccano. La discesa è l’ultima salvezza, ma il destino dei fuggitivi è segnato.
A -13 km, i due vengono ripresi. Davanti restano solo le grandi squadre, le ambizioni, le gambe
vere. Van Aert si stacca, Pedersen arranca ma tiene, Roglic si affaccia, Vacek lo marca, Aleotti
lancia.
A -2,7 km è Roglic a scattare, con la forza di chi conosce la guerra. Pedersen è in difficoltà, ma poi
rinasce: è la fenice del giorno. Si infila tra le maglie stanche, prende la ruota giusta, e sul traguardo
di Matera brucia tutti. Edoardo Zambanini prova a scrivere la sorpresa, Pidcock è lì, ma il re di
Danimarca è ancora lui: Mads Pedersen, ancora maglia rosa, trionfa come solo i predestinati sanno
fare.
Ordine d’arrivo – Tappa 5
Mads Pedersen (Lidl-Trek) – 3:27:31
Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious) – st
Thomas Pidcock (Q36.5) – st
Orluis Aular (Movistar) – st
Filippo Fiorelli (Bardiani) – st
Michael Storer (Tudor) – st
Quentin Pacher (Groupama-FDJ) – st
Brandon Rivera (Ineos) – st
Damiano Caruso (Bahrain Victorious) – st
Isaac Del Toro (UAE) – st
Classifica Generale dopo la 5ª tappa
Mads Pedersen (Lidl-Trek) – 15:11:52
Primož Roglic (Red Bull – Bora) +0:17
Mathias Vacek (Lidl-Trek) +0:24
Brandon McNulty (UAE) +0:31
Isaac Del Toro (UAE) +0:32
Juan Ayuso (UAE) +0:35
Max Poole (Picnic PostNL) +0:43
Antonio Tiberi (Bahrain) +0:44
Michael Storer (Tudor) +0:46
Giulio Pellizzari (Red Bull – Bora) +0:50