Ancora una sconfitta che brucia. Occasione mancata. Essere riuscito a perdere oggi contro una squadra come il Como, che non aveva più niente da chiedere al campionato, è da sprovveduti. Il Cagliari torna in quella che in realtà è la sua vera dimensione. Squadra senza gioco che a Verona aveva applicato uno schema semplice e funzionale con Pavoletti in campo. Contro il Como, al contrario, ha sbagliato tutto, in termini di approccio e qualità della prestazione. Ci sarà da soffrire ancora e questa partita deve far capire a tutti che in questo campionato non si può abbassare la guardia e non c’è niente di scontato e di acquisito fino a quando non ci sarà la matematica certezza di aver raggiunto l’obiettivo. Si era visto dall’atteggiamento iniziale di alcuni dei protagonisti che i rossoblù oggi erano deconcentrati e con la testa tra le nuvole. A partire da Makoumbou per finire con Piccoli e Luvumbo. Squadra lunga, molle, sempre seconda sulla palla, con passaggi sbagliati e duelli individuali persi a centrocampo. Non si può buttare via una partita così importante con questa sufficienza. Dopo Verona tutti erano saliti sul carro dei vincitori mostrando scarsa memoria e dimenticando le prestazioni della squadra in alcune partite davvero imbarazzanti. Nicola era stato idolatrato e il suo staff santificato. Dopo la sconfitta di questo pomeriggio contro i lariani, di nuovo ancora tutti in discussione e piedi per terra. E sarà necessario che Pavoletti, Viola e chi ama la maglia e ha nel DNA il Cagliari, riprenda le redini dello spogliatoio. Per essere eleganti evitiamo valutazioni su posizioni in campo, cambi e scelte strategiche. È incredibile che nella partita più importante della stagione, che poteva regalare la salvezza matematica, si sia visto uno spettacolo così brutto e indecente. Se pensiamo che anche con il Como la squadra non ha effettuato un tiro in porta a parte la papera di Reina che ha consentito ad Adopo di segnare e negli ultimi venti minuti, sotto di un gol, non l’hai mai presa, il segnale non è incoraggiante. Anche il pubblico e i tifosi più fedeli, per quanto abituati a certe prestazioni, hanno perso la pazienza. Ora il Cagliari attende i risultati dagli altri campi e segnatamente da Venezia. Alti e bassi e ancora troppa improvvisazione. Occorre chiudere il discorso prima possibile per evitare i verdetti che le ultime partite, non sempre veritiere, possono nascondere e per le insidie che questo comporta. Il primo match point è stato buttato via. Basta con le distrazioni. Vietato sbagliare. Le scuse ora sono dovute e tutti devono dimostrare di meritare la categoria con i fatti. Solo il campo potrà decidere le sorti di una squadra sulla quale ogni valutazione è rimandata dopo la gara contro il Napoli. Con la speranza che la salvezza sia già nel cassetto.
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