Il Cagliari è già costretto a rincorrere dopo quattro giornate di campionato. Penultimo insieme al Como, due punti raccolti e un solo gol segnato: un bottino magro, anzi misero, che suona come un campanello d’allarme assordante per una squadra che deve lottare per la salvezza. In questo avvio, non c'è stato solo un deficit offensivo, ma anche una difesa che, seppur non catastrofica, ha già mostrato segni di cedimento, come dimostrano i quattro gol subiti dal Napoli.
L’attacco, tuttavia, è il punto più critico. Un solo gol segnato in quattro partite, un record negativo condiviso con Venezia e Lecce. Se non si segna, non si vince, e questo è un assioma che Nicola conosce bene. Piccoli ha trovato la rete, ma per il resto, davanti si è visto poco o nulla. E proprio qui il tecnico ripone le sue speranze: "Abbiamo giocatori con caratteristiche offensive interessanti", ha detto, cercando di infondere fiducia, ma le parole, da sole, non bastano.
Luvumbo e Gaetano devono trovare la via del gol, devono essere incisivi. Il gioco c’è, ma manca quella scintilla che accenda l’attacco.
Con l’Empoli, venerdì, si dovrà già invertire la rotta. "È un test importante", ammette Nicola, sapendo che una sconfitta potrebbe far precipitare i rossoblù in una crisi difficile da gestire. L'Empoli non sarà un avversario facile: imbattuta e solida, ha saputo tener testa anche alla Juventus. Non sarà una passeggiata.
C’è poi la questione caratteriale: troppo spesso il Cagliari si è spento nei momenti di difficoltà, come nella partita contro il Napoli, quando, dopo il raddoppio dei partenopei, la squadra è sembrata quasi rassegnata. E questo è un altro problema che Nicola deve risolvere in fretta. "Dobbiamo lavorare sul carattere, non possiamo abbatterci così facilmente", ha dichiarato. Ha ragione, ma lo spirito combattivo deve venire dal campo, non solo dalla panchina.
Infine, l’incognita dei nuovi innesti. Prati, Makoumbou, Zortea e Gaetano potrebbero essere le chiavi di volta in questo settembre difficile. Il tempo è tiranno, ma la qualità c’è. Ora bisogna solo farla esplodere.
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