181,7 km, 3072 metri di dislivello con 1336 metri di altitudine massima, pendenza al massimo al
12,9%, 5 salite ed un traguardo volante. Questa mattina è arrivata la notizia del ritiro di Antonio
Tiberi, che era in difficoltà ieri. Si presenta così, la 3° tappa di questo Giro del Delfinato, con un
finale più impegnativo.
Al km 0 già scatti e contro scatti, fallisce il tentativo di Pedersen a -175,6 km. Poco dopo, prova
Godon, che sembra riuscire ad allungare, ma a causa di altri scatti che il gruppo vuole controllare,
questa fuga non sembra poter andare, infatti anche Godon si deve arrendere a -169 km quando
viene ripreso. A -164,5 km si muovono in 4, mentre in gruppo Pedersen ha una foratura.
Ci prova
quindi anche Rafferty della EF, che però poco dopo viene ripreso. La salita è dura e il gruppo tira
forte, facendo selezione: vittime di questa sono già Plowright e Quick che si staccano. Al GPM
intanto passa per primo Prodhomme, tra gli attaccanti di giornata. A -152,8 km, dopo lo
scollinamento, nella discesa, Pedersen, Berthet e Denz, che avevano avuto problemi meccanici,
riescono finalmente a rientrare in gruppo. Sono 3 gli uomini al comando che riescono a prendere
un po’ di margine: Prodhomme, Rochas, Sweeny. Gruppo che questa volta sembra lasciar andare
la fuga, e mentre questi prendono 50 vantaggio, dietro si muovono Guernalec e Hollman che
arrivano a 40 secondi nel tentativo di aggregarsi alla fuga di giornata, riuscendo ad essere a 10
secondi dai battistrada. Tentativo, quest’ultimo che dura poco a causa di ulteriori scatti di altri
corridori, di fatto i due inseguitori vengono fagocitati dal gruppo a -146,8 km mentre invece
continua l’azione degli attaccanti che sembrano essere graditi al gruppo, che lascia loro 45 secondi
di vantaggio a -143,4 km. A -141,7 c’è una caduta, è coinvolto Roglic, che si è rialzato
immediatamente e verrà scortato da un compagno nel gruppo, cosa che avverrà facilmente visto
che in molti nel gruppo si sono fermati per rifornimenti o per il richiamo della natura, infatti
rientrano in gruppo anche coloro che avevano perso contatto.
A -138 km si attesta ora a 1:30 il
vantaggio dei tre battistrada, e quindi potranno ricevere l’assistenza delle proprie ammiraglie che
hanno l’ok per superare il gruppo. A -131,3 km il vantaggio è ancora aumentato: 2:20 per i
battistrada, che sale nuovamente a 2:50 a -125 km, mentre il gruppo entra nella città di Ambert
che è gemellata con Gorgonzola, forse perché anche qui si fa un formaggio erborinato. A -118,7
km il vantaggio dei tre uomini al comando sfiora i 3 minuti, forse troppo visto che il gruppo
riprende un ritmo sostenuto e fa scendere il suo ritardo a 2:45 a -115,7 km, che però continua a
oscillare, quindi 2 km più tardi risale nuovamente di altri 5 secondi. A -109,7 km Kruijswijk, nel
gruppo, chiama l’ammiraglia per chiedere assistenza. Al traguardo volante di Arlanc, passa per
primo Prodhomme a -105,2 km, col gruppo che è in ritardo di 3:05. Il vantaggio, che a -102,4 km
era salito fino a 3:15, ricomincia a scendere quando i fuggitivi cominciano la salita per il secondo
GPM di giornata, a -96,1 km. Al quale, a -94,1 km passano i battistrada, mentre dal gruppo esce Le
Berre per cercare l’ultimo punto a disposizione. A -87,2 km arriva la notizia del ritiro di Lars Boven,
già in difficoltà a inizio tappa, mentre in cima al gruppo a dettare il ritmo c’è la Uno-X Mobility,
vantaggio dei battistrada ora a 2:25. A -76,9 km il gruppo riesce a ridurre il ritardo a 1:50. A -71,1
km di nuovo sopra i due minuti il vantaggio dei battistrada, che da quando mancheranno 60 km,
troveranno poco respiro a livello altimetrico per il restante percorso da fare. Gruppo che a -49,5
km, si trova a 55 secondi rispetto ai fuggitivi. Gruppo che a -40,7 km rallenta, e un altro corridore
parte allungandosi, Jensen, dopo poco cerca di raggiungerlo Madouas, nel tentativo di anticipare
chi è favorito per questa frazione. A -39 km, Jensens è a 17” e sta per raggiungere i battistrada,
Madouas a 34” ed il gruppo a 1:00. A -35,7 km Jensen raggiunge i battistrada, mentre il suo
inseguitore è ancora a metà strada tra gruppo e fuggitivi. Caduta in gruppo in cui rimane coinvolto
anche Lorenzon Fortunato, per via di una frenata e restringimento. Sembra che solo Harper abbia
avuto uno scontro con un muretto, aspettato da 3 compagni per favorirne il rientro.
A -24,5 diversi
corridori perdono contatto rispetto al gruppo, per il ritmo. In testa rimasti in tre, Rochas si è
rialzato forse per aspettare il compagno Madouas, o forse perché non serve più alla squadra
averlo li, Rochas che si è rialzato e sta per essere ripreso dal gruppo a -21,3 km, dopo che il
tentativo di rientro sui battistrada del campione francese suo compagno di squadra è fallito. In
gruppo, a -13,4 km lavorano tutte le squadre che hanno leader interessati alla tappa od alla
classifica, in discesa i battistrada si guadano: hanno solo 34 secondi di vantaggio, e si danno cambi
regolari anche se probabilmente sanno che il gruppo si avvicina e stanno perdendo le speranze,
quando voltandosi in salita, vedono il gruppo che sopraggiunge. Mancano 10 km ora. Foratura per
Wright a -8,3 km, dopo la curva stretta che è la prima difficoltà di questo finale di frazione, che
dopo 2 km ha già 1:13 di ritardo. A -6,1 km fuggitivi a 22” ormai nel mirino del gruppo. Qui la salita
e il ritmo fa selezione, sono in tanti a staccarsi in questa fase, anche Froome. A -2,5 km la fuga
fallisce, riassorbita dal gruppo, davanti le squadre dei leader di classifica che si contendono tappa
e maglia, cominciano i movimenti tattici in testa al gruppo. Ultimo chilometro: Prova ad andar via
un corridore, con Sobrero che richiude, provano altri due tra cui Gee, lo stesso Derek Gee, ha lo
spunto giusto per mettere tutti dietro e dopo due secondi posti l’anno scorso al giro d’Italia, oggi
vince con carattere, e si prende anche la maglia gialla!