«Inutile ripetersi, ma è importante ripeterlo: il 1 marzo il Sassari
calcio Latte Dolce ha giocato la sua ultima partita sul campo, il
percorso in campionato si è bruscamente interrotto quando ancora
potevamo dire la nostra in prospettiva playoff ma quel che è certo, è
che tutti avevamo e abbiamo una grande voglia di ricominciare a
correre, sudare e giocare."
Così Stefano Udassi, allenatore del
Sassari calcio Latte Dolce, alla ripresa degli allenamento dopo la
lunga sosta determinata dal Covid-19".
Importante è ribadire che la nostra avventura nel campionato di
serie D - continua il mister - dovrà ripartire proprio da quella
voglia, dalla voglia dei ragazzi che scenderanno in campo,
dall'entusiasmo della società e dei dirigenti che ne fanno parte,
dallo staff che è sempre punto di riferimento importante.
E sono orgoglioso che il percorso riparta, ancora una volta e per il
terzo anno consecutivo, anche da me: sono carico e motivato, ringrazio
la dirigenza della fiducia e sono pronto a lavorare a questo ulteriore
sviluppo del progetto biancoceleste.
Non c'è presunzione, non c'è mai
stata.
C'è invece forte consapevolezza e c'è certamente la sana
ambizione che porta ogni uomo di sport a voler fare del suo meglio,
per fare il meglio per la squadra che guida in panchina e la società
cui appartiene.
Guardiamo al futuro, pensiamo senza assilli al mercato, sappiamo di
poter contare su una solida base e su un vivaio che deve essere
risorsa e punto di riferimento.
I nostri giovani sono chiamati ad impegnarsi al top delle loro
potenzialità, ma devono sapere che esiste la possibilità di avere una
chance: motivazione e applicazione sono gli elementi che possono fare
la differenza.
La cultura del lavoro è ciò che premia.
È ciò che vale.
Vale anche e soprattutto per la prima squadra.
Per affrontare il campionato di Interregionale serve fame.
La fame di
arrivare, quella che ti porta a giocartela sino alla fine per un
risultato o un posto in campo: non ci sono gerarchie già scritte né
partite scontate, c'è la forza del singolo che si esprime nel gruppo e
c'è la necessità di non mollare mai, dal primo all'ultimo secondo di
gioco.
Chi sceglierà di fare parte del nostro progetto lo farà perché
convinto dal progetto stesso: vogliamo tutti fare del nostro meglio, e
per farlo dobbiamo essere affamati, lavorare duro e divertirci a
giocare assieme.
Sembrano tutte affermazioni scontate, ma non lo sono. Anzi.
Non ho mai
smesso di aggiornarmi e informarmi, di confrontarmi con staff e
dirigenza, di parlare ai giocatori.
Stiamo lavorando, in accordo con
la società, per costruire un gruppo che possa avere le caratteristiche
funzionali ad una crescita di squadra e progetto, equilibrio di
fattori da trovare ma capace di fare bene.
Non ci sono proclami da fare, a parlare è sempre e solo il campo.
E
non vedo personalmente l'ora di tornare a lavorare e giocare, sul
campo».