La crisi identitaria del PSDAZ: Riflessioni su un partito storico in difficoltà

L'opinione di Antonio Costantino

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  Ero convinto che, dopo l'insuccesso elettorale e il dimezzamento dei voti, il PSDAZ avrebbe avuto un momento di seria riflessione e confronto. Tuttavia, il legame stretto con la Lega non è mai stato ben accolto dagli elettori sardisti e sembra aver allontanato il partito dai suoi valori fondanti. Il PSDAZ è stato storicamente un partito fortemente radicato nella difesa dell'identità sarda, nella promozione dell'autonomia regionale e nella tutela dei diritti dei sardi. 

  Questi cardini sono stati la guida e la forza del partito fin dalla sua nascita. Tuttavia, il governo poco brillante di Christian Solinas non sembra aver risvegliato le coscienze della dirigenza sardista né rafforzato l'identità del partito. La situazione attuale evidenzia una crisi di identità all'interno del PSDAZ. Il sindaco, eletto nelle file del partito, ha guidato la coalizione che ha governato fino ad oggi. 

  Successivamente, si è candidato alle regionali con Fratelli d'Italia, per poi tornare, al termine del mandato, presumibilmente nelle file del PSDAZ. Questo cambiamento di alleanze e orientamenti politici contribuisce a minare l'immagine e i principi originari del partito. L'iniziale adesione del PSDAZ a un polo civico centrista guidato da un candidato sindaco di chiara dirittura morale avrebbe potuto offrire un'opportunità per una pausa di riflessione sul reale posizionamento del partito. Tuttavia, tale percorso non è stato perseguito. Il periodo di amministrazione passata è stato caratterizzato da una cattiva gestione, con una prevalenza di incarichi affidati a esponenti di Forza Italia. Questo ha portato a scelte politiche che non rispecchiano i valori e gli interessi dei cittadini di Alghero. 

  In conclusione, il partito sembra chiuso in un castello destinato a crollare, perdendo di vista i principi di indipendenza, giustizia sociale e impegno per il benessere della popolazione sarda. Le logiche delle dirigenze dei partiti, guidate da interessi personali e limitati, stanno ridicolizzando un partito storico che quest'anno celebra i suoi 103 anni. Li festeggia, ma non li onora.