Capita a tutti, oggi come ieri. Dopo tanti anni di onorato servizio la macchina che ci ha accompagnato ogni giorno per le più disparate attività è costretta a salutarci. E allora, a seconda delle nostre possibilità, andiamo alla ricerca di un nuovo veicolo per sostituire il precedente. Quando riusciamo nell'impresa viviamo sempre due sensazioni: una di gioia e una mista di angoscia e paura.
La paura nasce dal fatto che avendo acquistato una nuova macchina abbiamo il timore che possa succederle qualcosa. La lettera qui sotto riportata integralmente, inviataci da un giovane lettore, nasce proprio dopo aver vissuto sulla propria pelle la realizzazione di quella paura. Il giovane infatti dopo aver lasciato la macchina, acquistata da poco più di due mese, regolarmente parcheggiata, al ritorno l'ha ritrovata con il cofano motore accartocciato. (
p.t.)
"Quanti, ritornando presso la loro automobile o la loro moto, spesso la
ritrovano con graffi, ammaccature, pezzi mancanti e, a volte, anche con danni più
gravi? Quante volte ci dirigiamo, in ansia, verso il nostro veicolo sperando di
ritrovarlo nello stesso modo in cui lo abbiamo lasciato? Tante, tantissime, anzi
troppe volte accade che un veicolo parcheggiato venga danneggiato da ignoti, che
non lasciano nessuna traccia, nessun biglietto e nessun tipo di scuse o presentimento
di rimorso. E allo sfortunato di turno rimangono non solo la spesa da pagare per la
riparazione del mezzo di trasporto, che a volte non è cosa di poco conto, ma anche la
vana speranza di poter risalire all’artefice del problema, facendolo tornare più e più
volte sul luogo “del delitto” a chiedere informazioni o a cercare di ricostruire le
dinamiche del sinistro.
L'articolo 149 del codice delle assicurazioni (d. lgs. 209/2005) prevede che, in caso di sinistro fra due veicoli a motore, i conducenti dei veicoli possano rivolgere la richiesta di risarcimento dei danni a cose o alla persona del conducente o direttamente alla propria impresa con cui hanno stipulato il contratto. Questo però non accade quando il veicolo viene danneggiato da un altro veicolo, quasi “fantasma”, durante un momento di sosta momentanea o nel luogo in cui si trova parcheggiato: quando nessuno guarda e nessuno sa cosa sia davvero accaduto. E questo accade in continuazione.
Questa volta lo sfortunato sono stato io, avevo lasciato l’auto
parcheggiata in via don Togliatti e l’ho ritrovata con il cofano rientrante, piegato e
spostato, e a niente sono servite le mie ricerche, le mie domande alle persone che
vivono e lavorano in quella zona e le tante e generose condivisioni su Facebook. Non
è stato nessuno, come capita quasi sempre a tutti.
Queste situazioni devono essere momento di riflessione per poter capire che rispetto ed educazione vogliono
dire anche prendersi le proprie responsabilità, e comprendere che oggi è toccato a me
subire la spesa del sinistro “fantasma” ma domani potrebbe toccare a chiunque altro,
persino a chi è l’artefice di quest’ingiustizia. Prendiamoci sempre dunque le
conseguenze dei nostri momenti di distrazione, mettendoci nei panni degli altri e
agendo nel rispetto nostro e di chiunque.