Sabato 24 marzo 2018, alle ore 17,30, presso l'archivio storico di
Castelsardo sarà presentata la mostra della pittrice Liliana Cano,
ispirata all'inferno di Dante, il cui suggestivo titolo “...noi che
tignemmo il mondo di sanguigno” è la citazione del novantesimo verso
del canto V, uno più intensi e struggenti della Divina Commedia.
La
presentazione sarà curata dalla professoressa Alma Casula, docente di
Storia dell'arte dell’Accademia di Belle Arti "Mario Sironi" di
Sassari, e dal professor Aldo Maria Morace, ordinario di Letteratura
italiana e Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali
dell’Università degli Studi Sassari, nonchè segretario generale
dell'Associazione degli Italianisti (ADI). Seguirà, alle18.00,
l'inaugurazione della mostra, presso la sala X del castello dei Doria,
che accoglie all’interno delle sue mura medievali il MIM, Museo
dell’Intreccio Mediterraneo.
Ospite d’onore della serata, la stessa
pittrice che, a dispetto della sua veneranda età, continua
intensamente la sua attività ed è, dal punto di vista creativo, sempre
più abile e ispirata. L’ultima grande fatica della Cano è costituita
da 34 grandi dipinti dedicati ai 34 canti dell’Inferno (33 più il
proemio), ai quali sono abbinati i versi che l'autrice ha voluto
rappresentare. Il risultato é un’immane lavoro artistico ed emozionale
che ci rivela un'artista nel pieno della sua maturità artistica.
Impegnata in una ricerca che trova il suo equilibrio nell’armonia
espressiva della poetica classica, da cui trae nutrimento e
ispirazione (pensiamo al tema omerico), l’artista coltiva già da
tempo, con altrettanta intensità, una ricerca spirituale, sfociata in
diversi cicli a tema religioso.
Nell’interpretazione dell’Inferno la
Cano però supera questa divisione, unendo all’ispirazione di origine
letteraria, la tensione spirituale, peraltro già di per sè insita
nell’opera dantesca, dando vita così ad un ciclo pittorico che provoca
nel fruitore una vera e propria suggestione emozionale e spirituale.
La mostra, visitabile fino al 1 maggio, si inserisce all’interno del
ciclo “ I Maestri dell’arte sarda del Novecento”, inaugurato due anni
fa dall’amministrazione comunale di Castelsardo. Dal suo debutto,
nella primavera del 2016, con la mostra di ceramiche artistiche del
Maestro Silecchia e della sua famiglia, la sala X ha visto susseguirsi
i nomi più rappresentativi della produzione artistica di quel periodo,
dal Maestro Giovanni Cau da Castelsardo, sempre attivo nel suo
suggestivo atelier nel cuore del centro storico del borgo, a coloro
che erano stati i suoi maestri, Costantino Spada e Libero Meledina.
L’estate scorsa infine aveva ospitato i capolavori della collezione
Demontis, in un’esposizione curata da Vittorio Sgarbi, intitolata
Tesori di Sardegna che racchiudeva opere di Antonio Ballero, Francesco
Ciusa,Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Melkiorre Melis,
Federico Melis, Pino Melis, Carmelo Floris, Bernardino Palazzi, Maria
Lai, Mauro Manca, ma anche opere delle sorelle Albina e Giuseppina
Coroneo, Eugenio Tavolara, Costantino Nivola e Salvatore Fancello. Con
essa si era offerta, alle migliaia di visitatori arrivati da ogni
parte del mondo per visitare il MIM ed il Castello dei Doria, la
possibilità di godere di un prestigioso spaccato del panorama
artistico isolano del secolo passato.
La mostra di Liliana Cano rientra tra le anteprime del Festival
Internazionale di promozione del libro e della lettura Un'isola in
Rete ed è stata organizzata dall'assessorato alla cultura del Comune
di Castelsardo.