I papi. Storia e segreti: Sisto I (Papa dal 115 al 125)

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  Sisto I (in latino Xystus; Roma, 42 – Roma, 126/128) è stato il 7º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Fu papa orientativamente tra il 117/119 e il 126/128. Non si hanno notizie certe sulla sua vita e nemmeno sulla sua morte e il resoconto offerto nel Liber Pontificalis sulle regole disciplinari e liturgiche che introdusse nella Chiesa di Roma, difficilmente può essere attendibile, poiché fa riferimento a un periodo più definito. Secondo il Liber Pontificalis: «Sisto, di nazionalità romana, figlio di Pastore, proveniente dal distretto della ViaLata, occupò il seggio per 10 anni, 3 mesi e 10 giorni. Fu vescovo all'epoca di Adriano, fino all'anno in cui furono consacrati Verus e Anniculus (126 d.C.). Venne incoronato martire. Egli dispose che i vasi consacrati non venissero toccati se non dal clero amministratore. Ordinò che il novizio che fosse stato ammonito al romano apostolico dovesse essere accolto al suo ritorno nella sua parrocchia, a meno che non abbia portato con sé i "formata" di saluto generale dell'apostolato.

  Egli stabilì che dopo la "Prefatio" i sacerdoti avrebbero dovuto cantare al popolo l'inno,Sanctus,sanctus,sanctus,dominus deus Sabaoth. Nel mese di dicembre ha tenuto 3 ordinamenti, 4 sacerdoti, 4 diaconi, 4 vescovi in diversi luoghi. È stato sepolto affianco al corpo del beato Pietro in Vaticano, il 3 aprile. E l'episcopato rimase vuoto per due mesi.» Tradizionalmente è considerato romano di nascita, figlio di un uomo di nome Pastore; la forma esatta del suo nome indicherebbe origini greche, ma potrebbe comunque essere nato a Roma. Morì durante il regno dell'imperatore Adriano (117-138), probabilmente come martire, sebbene sia strano che S. Ireneo (2 giu.) non lo menzioni nel suo elenco dei primi papi. B.T.A. ipotizza che il Sisto commemorato originariamente nel canone della Messa piuttosto che Sisto I fosse S. Sisto II (6 ago.), il cui martirio fu commemorato più diffusamente. A Sisto primo si deve l'introduzione di molte norme di culto, tra le quali il divieto ai laici di toccare il sacro calice e la patena (n.d.a : piattino di metallo dorato, argentato o di metallo nobile usato per la deposizione dell'Ostia consacrata) lasciando agli uomini di culto il privilegio di questi atti. A Sisto I venne fatta risalire anche l'introduzione del triplice cantico "Sanctus" durante la celebrazione della messa (nda: tratto dal tardo latino mittere, mandare, inviare ... e soprattutto dalla formula finale del rito cristiano fondamentale della celebrazione eucaristica: ite missa est "andate, sei inviato!"), ma questo è dubbio, come è dubbia l' attribuzione, a Sisto, l'introduzione dell'acqua nella celebrazione del rito eucaristico e dell'acqua santa per le abluzioni ( n.d.a: queste ultime attribuite al suo predecessore, Alessandro I). La memoria liturgica di San Sisto I ricorre il 3 aprile. Dal Martirologio Romano: «3 aprile - A Roma, san Sisto I, papa, che, al tempo dell'imperatore Adriano, resse la Chiesa di Roma, sesto dopo il beato Pietro.»