Primo appuntamento: Dante Alighieri

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«Nel mezzo del cammin di nostra rubrica,
sorge al cospetto l’Alighier, signor d’ogni parola
e padre dell’italo idioma, che l’alme scuote e consola.»

Così potremmo parafrasare, in umile omaggio, i versi di chi, come nessun altro, ha saputo toccare le vertigini del divino e i baratri dell’umano. Dante Alighieri, nato a Firenze nel 1265, è l’autore per eccellenza della letteratura italiana, colui che ha offerto dignità e splendore alla lingua volgare.

La sua Divina Commedia non è soltanto un poema: è un viaggio dell’anima, un intrico di sentieri che si diramano tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, ove i personaggi della storia, del mito e della fede si ricompongono in un’unica, grandiosa rappresentazione. Egli, con alto ingegno, ordina il caos del mondo in un discorso universale, entro cui giustizia e misericordia si incontrano e si scontrano, mentre l’umano intelletto cerca la verità celeste.

«De li peccati umani vederai tante sembianze,
che chi non anela a miglior raggio
qui per sempre rimarrebbe,
tra fragori e lamenti di pene eterno retaggio.»

In tal modo Dante ci conduce attraverso i gironi infernali, tra i sospiri di anime che scontano le proprie colpe, innalzandoci poi verso la vetta del Purgatorio, dove la penitenza si fa speranza, per infine librarci nelle sfere celesti del Paradiso, fra canti e luci ineffabili. L’opera intera costituisce un monumento di rigore teologico, culturale e poetico che trascende i confini temporali, istruendo l’uomo a scegliere il bene, a ricercare la virtù e a non temere la fatica del viaggio.

«S’innalza l’alto canto a celebrare
di giustizia l’eterna maestà,
e nell’ultimo volo
congiunge l’uomo e Dio nella visione più pura.»

Né va dimenticato che Dante fu anche un fine teorico della lingua (De Vulgari Eloquentia), un intellettuale impegnato nell’aspro dibattito politico della Firenze duecentesca e un uomo votato all’esilio, la cui amara esperienza segnò ogni riga della sua poetica. La cifra più profonda della sua opera è quella di un viaggio che è fisico, morale e spirituale: è il viaggio di ogni lettore, che trova nella parola dantesca un faro in grado di illuminare dubbi e pensieri fino ai giorni nostri.

Nel prossimo appuntamento di questa rubrica proseguiremo nel solco dell’Umanesimo, affrontando un altro maestro che ha innalzato la lirica italiana a vette di introspezione e sentimento: Francesco Petrarca. Ne parleremo insieme sabato prossimo, continuando il nostro viaggio tra i giganti della Letteratura Italiana. Vi aspetto.