Un rapporto epistolare tra un fratello e una sorella - lui costretto a trasferirsi a Cagliari per cercare lavoro, lei rimasta nel piccolo paesino dell’interno - è la trama magistrale per raccontare il cortocircuito tra tradizione e modernità nell’Isola a cavallo tra il secondo dopoguerra e gli anni settanta.
Al secondo appuntamento con il Festival del documentario si parla di Sardegna con “Le nostre storie ci guardano” di Sergio Naitza, l’opera fuori concorso che domani sera alle 21, nella piazzetta Mercato Vecchio di Villanova Monteleone, offrirà la chiave narrativa per approfondire i grandi interrogativi della nostra storia recente. Un periodo cruciale in cui si esce da un’economia agropastorale per entrare, complice il Piano di rinascita, nell’epoca della trasformazione industriale.
Con l’autore Sergio Naitza, giornalista, regista, critico cinematografico e curatore di biografie su Amedeo Nazzari e Pedro Almodovar solo per citarne alcune, e con Romano Cannas, giornalista Rai e scrittore, nonché ideatore e curatore dell'antologia multimediale “Archivi della Memoria, Sardegna Digital Library”, si parlerà di queste importanti tematiche, spaziando dalle miniere all’emigrazione, dalla pesca negli stagni alle prime cooperative, dal banditismo alla nascita della Costa Smeralda, dall’industrializzazione fino al Cagliari dello scudetto.
Ma soprattutto, si rifletterà sui piccoli e grandi problemi dell’Isola perennemente irrisolti. Dopo la chiacchierata all’aperto si darà il via alla proiezione.
I documentari in concorso sono invece visibili a ingresso libero dalle 10 alle 24 a “su Palatu”, il palazzo dalle caratteristiche architetture fiore all’occhiello del centro storico villanovese, dove a partire dalle 18 il pubblico può incontrare direttamente gli autori delle opere.
Il Premio Villanova Monteleone sarà assegnato sabato sera, con la premiazione e la proiezione del filmato vincitore nella piazzetta del Mercato Vecchio. Madrina e presentatrice dell’evento sarà la bravissima Ambra Pintore.
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