L'angolo filosofico: Infocrazia e l'illusione della libertà digitale - Le riflessioni di Byung-Chul Han sulla società moderna

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  La recente controversia riguardante l'accesso a ChatGPT in Italia ha evidenziato quanto profondamente la tecnologia dell'intelligenza artificiale sia intrecciata con le nostre vite quotidiane. 

  Questo evento è solo un aspetto visibile di un fenomeno molto più ampio, che comprende l'uso quotidiano di navigatori, chatbot, consigli commerciali online e l'intelligenza artificiale sui social media. Questi strumenti digitali influenzano non solo la nostra percezione della realtà ma anche la nostra capacità di distinguere tra verità e menzogna. Il filosofo coreano naturalizzato tedesco, Byung-Chul Han, in "Infocrazia", esplora queste tematiche, descrivendo come viviamo in un "regime dell'informazione" dominato da algoritmi e intelligenza artificiale, che determinano i processi sociali, economici e politici. Han sottolinea come questo regime sia accompagnato da un capitalismo dell'informazione, evolvendosi in un capitalismo della sorveglianza che declassa gli esseri umani a "bestie da dati e consumo"??. 

  Secondo Han, il soggetto sottomesso in questo regime non è né docile né ubbidiente, ma si crede libero e autentico. Questo concetto contrasta con la tradizionale nozione di sottomissione, poiché nel regime dell'informazione, la sorveglianza avviene attraverso la raccolta e l'analisi dei dati piuttosto che attraverso metodi più diretti di controllo. La sensazione di libertà e autonomia è quindi un'illusione che maschera la realtà della sorveglianza e del controllo??. Han esplora anche come la digitalizzazione stia causando un cambiamento radicale nella nostra società, portandoci in uno stato di "ebbrezza della comunicazione e dell'informazione". 

  Questo fenomeno sta trasformando la democrazia in "infocrazia", dove la prevalenza dell'informazione e della comunicazione digitale sta degradando la qualità del dibattito pubblico e politico??. In "Infocrazia", Han argomenta che le fake news non sono semplicemente menzogne, ma attacchi alla fatticità stessa. Il problema non risiede nella menzogna, che riconosce la verità ma la distorce, ma nell'emergere di un mondo dove non esiste alcun riferimento a fatti o verità fattuali??. La crisi della verità nasce dunque da un consumo autistico dei contenuti e dal rafforzamento autoreferenziale delle proprie convinzioni e opinioni, amplificato dai cosiddetti bubble filter??. 

  La digitalizzazione, secondo Han, sta causando un'infodemia, in cui le informazioni hanno un ristretto margine di attualità e manca la stabilità temporale. Questo fenomeno rimuove pratiche cognitive temporali come il sapere, l'esperienza e la conoscenza, sostituendole con un'accelerazione tipica delle informazioni digitali??. In questo contesto, Han sostiene che il problema principale non è la personalizzazione algoritmica del web, ma la sparizione dell'altro e l'incapacità di ascoltare. La personalizzazione della Rete, distruggendo lo spazio pubblico, riduce gli individui a una massa manipolabile di votanti, rendendo la comunicazione sempre meno discorsiva e distruggendo la politica dell'ascolto??. Queste riflessioni di Byung-Chul Han su intelligenza artificiale, digitalizzazione e "infocrazia" sottolineano come la tecnologia stia cambiando radicalmente il nostro modo di percepire e interagire con il mondo. Le sue teorie offrono una visione critica e approfondita sull'impatto della digitalizzazione sulla società moderna, sulle relazioni umane e sulle dinamiche politiche e sociali.