Alghero: la rivoluzione di Bèrtulu Porcheddu - "Roma colonia sarda"

-
In collaborazione con la “Fondazione Alghero”, sabato 25 luglio 2020, alle ore 19,30, presso il Giardino del Museo del Corallo di Alghero, in via XX Settembre n. 8, sarà presentato il rivoluzionario libro ricerca, storico linguistico, di Bartolomeo Porcheddu “Roma colonia sarda”.
Dialogherà con l’autore Tonino Sanna.

Breve curriculum dell’autore:
Bartolomeo Bèrtulu Porcheddu, laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Sassari, è specializzato in “Studi Sardi” presso l’Università degli Studi di Cagliari e in “Formatore di Lingua e Cultura Sarda” presso l’Università degli Studi di Sassari.
Ha insegnato all’Università di Cagliari e in diverse scuole. Inoltre, è stato membro dell’Osservatorio Regionale per la Lingua Sarda.
Ha pubblicato numerosi articoli in diverse riviste e alcune monografie, tra le quali, ultime in ordine di tempo: La lingua della Carta de Logu; Sa Grammàtica de sa Limba Sarda Comuna; Il Latino è lingua dei Sardi; Il Vaso di Dueno: il più antico documento latino scritto in sardo; Roma colonia sarda.

Il libro “Roma colonia sarda” di Bartolomeo Porcheddu è composto di 556 pagine divise in 12 capitoli.
Il primo capitolo, intitolato Atlas (Atlantide), è dedicato alle divinità primordiali, alla cosiddetta mitologia “sardo pellàsgica”, vale a dire alla Genesi o origine del mondo antico.
Nel secondo capitolo l’autore descrive le costellazioni del cielo, che per gli antichi sardi rappresentavano l’orologio o la bussola terrena.
Attraverso l’osservazione degli astri, con la misurazione in gradi di Meridiani e Paralleli, i Sardi potevano determinare la loro posizione sulla terra e mappare il Mediterraneo antico.

Il terzo capitolo è dedicato ai Pellasgi, indicati dagli scrittori greci antichi come coloro che abitavano la Grecia prima dell’invasione achea e dorica.
Dai loro racconti traspare che i Sardi-Pellasgi erano vestiti di pelle esattamente come vengono descritti secoli dopo da Tito Livio.
La lingua dei Pellasgi era “barbara”, ovverosia non greca, e, rapportandola alla toponomastica antica, è evidente la sua radice sarda.
Nel quarto capitolo indirizzato alla civiltà sardo antica l’Autore descrive la Sardegna delle origini, governata da nove popoli che dominavano il Mediterraneo intero dal Neolitico alla fine del Bronzo.

In questo riquadro storico è spiegato il significato intrinseco dell’originario nome della Sardegna (Sandalion, Icnusa, ecc.) e dei popoli che l’abitavano.
Nei capitoli dal quinto fino al decimo sono descritti, partendo da Occidente verso Oriente, i territori che bagnavano il Mediterraneo antico.
In particolare, è stato dato ampio spazio all’Egitto, alla Grecia e all’Anatolia antica, con le più importanti guerre, come quella di Troia, che hanno determinato cambiamenti epocali.

L’undicesimo capitolo, il più ampio, è riferito alla storia sardo-latina, quindi alle origini di Roma e delle città laziali. In queste pagine l’autore illustra la corrispondenza tra la civiltà sarda e quella romano latina, mettendo in evidenza che le origini della città “Eterna” sono prettamente sarde.
L’Ultimo capitolo, intitolato “La verità storica”, è relativo alla difficoltà dei Sardi di oggi di far valere la loro storia e mostrare al mondo che i circa ventimila siti archeologici costruiti in Sardegna dal Neolitico alla fine del Bronzo sono il risultato di un trascorso glorioso che va oltre la fondazione di Roma o di Atene e si inoltra nelle origini della civiltà contadina nel Mediterraneo Antico.