Si è chiusa con successo sabato 21 dicembre 2019 l'esposizione che ha
visto la tradizione tessile al telaio protagonista sino al 21 dicembre
2019 presso la ex chiesa di San Sebastiano (sopra piazza Gramsci) in
Serramanna. Una ricerca fotografica e storia con l'esposizione di
manufatti ed erbe tintorie in un progetto di comunità portato avanti
dalle associazioni Serramanna bidda nostra, Associazione Utopia ed
Unica Radio.
Una mostra partecipata che ha visto la comunità coinvolta
direttamente, nel progetto finanziato dal Comune di Serramanna,
nell'allestimento, in laboratori di comunicazione e di filato nonché
cimentaqrsi in laboratori di tintura naturali delle stoffe.
Tanti i visitatori che hanno potuto ri-scoprire la tradizione
artigianale della comunità del basso campidano che nell'800 contava
oltre cinquecento
La mostra ha raccolto e catalogato oltre 20 pezzi di artigianato sardo
del territorio di Serramanna nonché la presentazione al pubblico di
manufatti tessili antichi come bisacce, copricasse, collari per buoi e
coperte tipiche della tradizione dell'800 della comunità di
Serramanna.
Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione di Emilio Lieto
Ortu e Ferdinando Medda nonché dal consigliere Carlo Pahler che ha
creduto nel progetto di valorizzazione dei saperi e della tradizione
locale che grazie a questo progetto ha dato impulso alla creazione di
un piccolo catalogo scaricabile online.
Nell'800 era tradizione di molte donne di Serramanna tessere negli
oltre 300 telai presenti nel paese. A confermarlo il testo
dell'Angius-Casalis che parla di oltre 50 ettari di terra coltivati a
lino in località Cracchera a Serramanna.
Le donne di questo paese lavorano con instancabile attività, e
fabbricano ne’ loro telai gran quantità di panno e di tela per l’uopo
della famiglia e anche per venderne. Si sono introdotti molti telai di
miglior forma, e quest’arte si è di molto avvantaggiata per cura
specialmente del prebendato. A più della tela e dell’albagio si
tessono tappeti, coperte di letto, sacchi, bisaccie, fànove e
tovagliuoli fini. [Angius Casalis (tratto da Città e Villaggi della
Sardegna dell’Ottocento – Vol.3 - ed. Ilisso 2006 - p.1569 – ISBN
978-88-89188-90-3)]
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