Straordinaria partecipazione, commozione e applausi. Ma soprattutto,
la voglia di rievocare insieme, attraverso le testimonianze dei tanti
protagonisti, i tratti salienti di una piccola grande storia iniziata
quasi in solitudine a Sassari all'indomani della caduta del Muro di
Berlino, per porre al centro del mondo i territori periferici e
marginali, i piccoli paesi, le piccole comunità dell’isola e le
parlate minoritarie che dinanzi ai potenti strumenti della
globalizzazione rischiavano di soccombere.
La ricorrenza dei trent’anni di vita dell’Istituto Camillo Bellieni è
stata celebrata sabato all’Hotel Grazia Deledda in una sala convegni
gremita di pubblico, nella cornice dei rollup storici delle
manifestazioni più importanti realizzate in questi anni.
Dal palchetto appositamente allestito, il giornalista Salvatore Taras
ha introdotto e moderato la serata raccogliendo le testimonianze di
numerosi rappresentanti del territorio. Sono intervenuti tanti sindaci
e amministratori in carica o ex, tra i quali Piero Molotzu di Bono,
Giancarlo Carta di Putifigari, Tiziano Lasia di Martis, Carlo Sotgiu
di Ploaghe, Franco Spada di Cargeghe e Sabrina Sassu di Cossoine.
Presenti in sala anche i primi cittadini Mariano Soro di Pozzomaggiore
e Alessandro Mura di Padria.
Impossibilitato a presenziare, l’ex sindaco di Sassari Fausto Fadda,
che negli anni della fondazione dell’Is.Be ricopriva la carica di
assessore regionale, ha inviato un messaggio di affettuoso augurio.
Gli interventi sono stati intervallati da proiezioni video di
iniziative svolte nei diversi territori, e dalle recitazioni poetiche
di Antonello Iodo Unida, Clara Farina, Roberto Demontis e Pietro
Peigottu. Molto apprezzate anche le melodie di intermezzo del coro “Su
Cuncordu de Cheremule”.
L’ex assessore regionale alla Cultura, Sergio Milia, ha ricordato il
rapporto di collaborazione con il Bellieni definendolo «una “squadra
che ottiene risultati”, non solo attraverso convegni ed eventi, ma
anche grazie al coinvolgimento di esperti, studiosi, sportellisti per
far sì che il sardo sia una lingua viva e riesca a penetrare a tutti i
livelli».
A rievocare gli anni di intense battaglie per la lingua sarda in RAI è
stata un’altra ex assessora regionale alla Cultura, Claudia Firino,
che ha rimarcato l’importanza di non trascurare i più recenti
strumenti di comunicazione. E quindi l’ex senatore Silvio Lai, il
quale ha suggerito di pensare già all’origine ai contenuti
multimediali in sardo, affinché possano ottenere fruizione persino su
media alternativi alla tv.
Per il Comune di Sassari, che ha attivato da poco un nuovo sportello
linguistico, sono intervenuti il capogruppo di maggioranza Manuel
Alivesi e il presidente del Consiglio comunale, Maurilio Murru.
Sul tema della lingua sarda in Rai è poi tornato Antonio Moro,
giornalista e presidente del PSd’Az: «Se tra cinque anni non ci sarà,
la colpa sarà tutta di Roma – ha affermato Moro –. È giunto il momento
di chiedere anche altri finanziamenti per un canale Rai interamente in
sardo, e pretendere che i giornalisti assunti nell’isola siano
sardoparlanti».
Quirico Sanna, attuale assessore regionale all’Urbanistica e agli Enti
Locali, ha parlato interamente il lingua sarda: «Pro a mie su Bellieni
est comente una falange macedone chi defendet sa cultura e
s’identidade sarda. Esempru pro sos sardo a èssere totu unidos».
Molto atteso l’intervento di Maria Doloretta Lai, presidente Is.Be,
che nel presentare le principali professionalità che collaborano con
l’istituto (operatori linguistici, archivisti, giuristi e filosofi),
lo ha definito come «una seconda casa e una famiglia che negli anni è
diventata sempre più numerosa».
Con le lacrime agli occhi e la voce rotta dall’emozione, il direttore
scientifico Michele Pinna ha ricordato come tutto iniziò nel 1989, a
partire da un’intuizione di Nino Pirretta: «Volevamo mettere su
un’istituzione che creasse la cultura del sardismo. In quella prima
fase c’erano grandi nomi come Massimo Pittau, Nicola Tanda, Ignazio
Delogu, Gigi Nieddu ed Enzo Espa. Ma occorreva cercare di avvicinare i
giovani creando interesse ed entusiasmo. I giovani vanno gratificati e
incoraggiati. Se non siamo capaci di generare futuro non saremo mai
maestri. Io ho dato tanto, ma ho anche ricevuto tanto».
Del compianto Enzo Espa è stato presentato il libro postumo “La risata
dei muri vecchi”, ultima pubblicazione dell’Is.Be, a cura di Michele
Pinna e Anna Laura Espa. Un volume che rappresenta il coronamento di
un premio alla carriera ricevuto dallo studioso in occasione
dell’evento “Si moves sa limba-Sa limba ti movet” 2018.