Nel bel volume curato da Antonio Arcadu - una vita passata ad
organizzare cavalcate per conto dell’Ente Provinciale per il Turismo e
dell'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Sassari - e da Daniele
Dettori, cui si deve lo scrupoloso lavoro di ricerca d'archivio e la
stesura finale, c'è la passione degli autori per la Festa della
Bellezza e la difesa appassionata del valore della Cavalcata Sarda sul
piano della storia, dei costumi e delle tradizioni del popolo sardo.
Il volume, edito da Carlo Delfino editore, è stato presentato martedì
11 con due eventi coordinati dal giornalista Gibi Puggioni: al mattino
nell'aula consiliare di Palazzo Ducale, presenti il sindaco Nicola
Sanna e l'assessora alla Cultura Manuela Palitta, oltre a una
rappresentanza del Rotary Club di Sassari. Un incontro che Antonio
Arcadu e l'editore Carlo Delfino hanno voluto per ricordare come
storicamente la prima Cavalcata dell'era moderna nacque come omaggio
della Sardegna al Rotary che nel 1951 aveva deciso di tenere a Sassari
(sindaco Oreste Pieroni) la XV edizione del suo Congresso Nazionale.
La Regione, presieduta da Luigi Crespellani, comprese l'importanza sul
piano dell'immagine turistica di rendere onore ai 600 rotariani. Venne
organizzata, con la collaborazione dell'Ente Provinciale per il
turismo, una sfilata con centinaia di costumi indossati da uomini e
donne e un gran numero di cavalli. Fu un grande successo. Le cronache
dell'epoca dedicarono parole entusiaste alla prima Cavalcata del
dopoguerra.
Durante l’incontro si è sottolineato come la Cavalcata Sarda si sia
affermata negli ultimi anni diventando la vetrina più importante del
costume sardo anche per i sassaresi.
Nel pomeriggio di martedì, il volume è stato inoltre presentato al
pubblico nella sede della Fondazione di Sardegna, ente fra i
principali sostenitori del progetto editoriale.
L'avvocato Angela
Mameli, vice presidente della Fondazione, ha messo in evidenza la
particolarità del libro: “E' un'opera sulla storia della Cavalcata che
raccoglie la cronaca di ogni edizione, dal 1951 al 2018 oltre alle
storiche edizioni dedicate ai Reali di casa Savoia. Curiosità,
personaggi, foto di grande qualità, tutto quello che solo Antonio
Arcadu, che di Cavalcata si è nutrito per tanti anni nel suo ruolo di
organizzatore storico, poteva offrirci”. Presente alla serata anche
l'ex presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che
all'opera ha garantito il patrocinio della Regione prima di lasciare
l'incarico. La sua presenza aveva un significato particolare perché
Ganau era sindaco di Sassari quando la competenza dell'organizzazione
della Cavalcata passò dall'Aast al Comune: “Mi sono reso conto del
lavoro che c'è dietro l'organizzazione di una sfilata” ha detto Ganau.
“Antonio Arcadu, e altri prima di lui, avevano a disposizione appena
un pugno di collaboratori eppure il miracolo di portare a Sassari
migliaia di persone e centinaia di cavalli lo facevano ogni anno. Noi
abbiamo dovuto faticare prima di rodare la macchina e organizzare, con
piena soddisfazione, la più bella festa dei costumi dell'isola”.
Antonio Arcadu è persona affabile, un uomo colto, ironico, con un
carattere forte come quello dei barbaricini di Nule. Che può essere
anche duro soprattutto quando deve difendere le proprie convinzioni.
Un esempio per tutti: guai a definire la Cavalcata festa del folklore:
“Non sempre questo termine è una definizione positiva perché viene
usata soprattutto per sottolineare qualcosa di non genuino. La
Cavalcata è invece quanto di più genuino possiamo offrire ai nostri
ospiti, a sos istranzos soprattutto, cioè i turisti. La preziosità dei
costumi e dei gioielli, la fierezza con cui uomini e donne sfilano per
le vie della città. E' la festa della bellezza. E io da sardo sono
fiero di averne organizzato più edizioni e ora di averla anche
raccontata in una pubblicazione. E tuttavia quest’opera non sarebbe
mai nata senza la preziosa collaborazione e il grande impegno
dell’amico e coautore Daniele Dettori”.
Splendide foto d'epoca raccontano le sfilate che si sono svolte nel
1899, 1929 e ancora nel 1939. Della prima esistono anche le immagini
girate dall'inviato dei fratelli Lumiere in occasione
dell'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II, nella Piazza
d'Italia. Oggi il filmato è custodito a Lione nel museo dedicato ai
fratelli Lumiere.