Tre giornate ricche di convegni, laboratori didattici, workshop,
mostre e spazi espositivi con al centro le bellezze storico-culturali
della Sardegna. È stato un weekend di grande successo, certificato da
oltre 13 mila visitatori, quello vissuto dall’Isola e da Barumini, con
la Fondazione Barumini sistema Cultura, ospiti d’eccezione del ‘Salone
Internazionale dell’Archeologia e dei Beni Culturali’, organizzato
dalla rivista Archeologia Viva (Giunti editore) che si è tenuto al
Palazzo dei Congressi di Firenze dal 22 al 24 febbraio scorsi.
‘TourismA2019’ rappresenta uno degli appuntamenti più importanti nel
panorama nazionale ed europeo per il turismo archeologico e culturale,
perché mette in contatto appassionati e turisti con gli studiosi e gli
operatori del settore per promuovere le bellezze del nostro Paese. E
se la Sardegna è stata la protagonista come regione ospite
dell’edizione numero cinque, Barumini non poteva mancare con il suo
sito ‘Su Nuraxi’ fiore all’occhiello del panorama storico-culturale
dell’Isola e dal 1997 patrimonio dell’Umanità Unesco.
A portare la sua consolidata esperienza di gestione di uno dei siti
più importanti del Mediterraneo, all’appuntamento di Firenze, è stata
la Fondazione Barumini sistema Cultura che nel tempo ha saputo
ampliare il ventaglio dell’offerta culturale sviluppando un progetto
di rete che ha permesso di inglobare anche il Polo Museale “Casa
Zapata”, del “Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio
Giovanni Lilliu”, e della Scuola di Scavo e Restauro Archeologico.
E
nello spazio espositivo dedicato a Barumini sono stati centinaia i
visitatori che si sono avvicinati per ammirare le bellezze del
territorio e conoscere da vicino il lavoro della Fondazione che punta
a rafforzare il concetto di “sistema” fortemente voluto come parte
integrante della sua denominazione. Un’attività di tutela,
conservazione, accoglienza e visita guidata ai siti alla quale è stata
integrata l’offerta culturale attraverso la realizzazione di mostre,
eventi, manifestazioni, laboratori didattici, attività di studio,
ricerca e divulgazione, e differenti attività di promozione turistica,
a livello regionale, nazionale ed internazionale, che coinvolgono non
solo Barumini ma anche il suo territorio.
. “L’enorme potenziale ricaduta in termini culturali ed economici che
il turismo può generare su piccole realtà, e che le amministrazioni
pubbliche hanno il dovere di intravvedere, cogliere e tradurre in
termini concreti, ha prodotto già importanti risultati con la nostra
Fondazione – dice nel suo messaggio portato a TourismA il sindaco di
Barumini, Emanuele Lilliu - a oltre 10 anni dalla sua costituzione la
Fondazione ha all’attivo un bilancio più che positivo, rivelandosi nel
tempo un modello di gestione del patrimonio culturale evoluto e
razionale, diventata la più importante realtà aziendale sarda fondata
sul Turismo Culturale.
La scelta di optare per questo tipo di gestione
è stata fortunata – ha aggiunto Lilliu - ma non rappresenta un punto
di arrivo, bensì solo un punto di partenza. Con il lavoro di tutti i
dipendenti, 55 quelli che lavorano a tempo indeterminato per la
Fondazione e a cui si aggiungono 10 collaboratori stagionali e alcuni
tirocinanti, stiamo portando avanti un processo culturale ed economico
notevole, che genera grandi ricadute sul tessuto sociale ed economico,
con forti impatti diretti e indiretti. Per questo continuiamo a
lavorare e investire in risorse, tempo e capitale umano, nell’ottica
del miglioramento continuo e nella convinzione che la crescita delle
zone interne della Sardegna passi obbligatoriamente attraverso lo
sviluppo del Turismo Culturale”.
Durante i tre giorni di TourismA, oltre ai momenti divulgativi e
informativi nello spazio dedicato a Barumini, grande interesse è stato
registrato dagli workshop e i convegni.
Di sabato 23 la partecipazione
della Fondazione all’appuntamento intitolato: “Sardegna: paesi
dell’archeologia e archeologia di paesi”, un momento di confronto sui
luoghi, sulle esperienze e le idee per vivere l’archeologia con le
comunità e far vivere le comunità con l’archeologia, parlando delle
buone prassi per un turismo culturale condiviso. In questo è stata
fondamentale l’esperienza portata dalla Fondazione nel suo intervento
che ha permesso di raccontare il ruolo stesso della Fondazione come
modello di gestione di un sito Unesco. Durante tutta la manifestazione
si sono trovati a confronto anche istituzioni, esperti, archeologi,
giornalisti da tutta Europa e personaggi di spicco del panorama
culturale nazionale e non solo, come Philippe Daverio, Vittorio
Sgarbi, Carandini, Syusy Blady e per la chiusura ancora una volta il
padrino della manifestazione Alberto Angela.