1) Qual è stato il motivo principale che ti ha spinto ad interessarti all'educazione canina? Dico la verità non c'è stato un motivo principale, sono nata con questa passione, mia madre mi ha sempre raccontato che quando ero piccola, che ancora non parlavo, ogni volta che vedevo un cane mi si illuminava lo sguardo, lo indicavo, volevo accarezzarlo, diciamo che è una passione innata. Nella mia famiglia nessuno che abbia mai avuto questa devozione in relazione ai cani. Sì, confermo: ci sono nata. Poi sicuramente data la mia passione per la promozione della prima elementare mi è stato regalato il mio primo cane, Scooby che ha vissuto con me per ben 13 anni e che ha fatto parte della mia infanzia e dell'inizio della mia adolescenza e quindi questo legame ha permesso che si consolidasse la mia passione.
2) Come ha influenzato la tragica perdita di Milo il tuo approccio all'educazione e al benessere dei cani? La perdita di Milo non ha modificato in nessun modo la mia visione in relazione ai cani né tanto meno al mio approccio volto all'educazione degli stessi, per il semplice fatto che ad oggi avendo io piena padronanza degli argomenti e sapendo anche cosa possa aver spinto il cane che ha aggredito il mio ad eseguire questa atrocità non mi ritrovo ad aver subito un cambiamento, rimango sempre convinta del fatto che la colpa non sia mai dei cani ma semplicemente di chi li cura, di quelle persone che prendono un cane sottovalutando l'aspetto educativo e gestionale. Quando si lavora con i cani si lavora innanzitutto di testa, quindi nel momento in cui ti ritrovi a non essere emotivamente stabile, questo influisce molto sul comportamento del cane quindi la tragica scomparsa di Milo mi sta impedendo di poter continuare il mio lavoro.
3) Quali sono i consigli più importanti che daresti a chi inizia ad educare un cane per la prima volta? Innanzitutto consiglio di farsi aiutare, mai pensare di sapere come si educa un cane mai pensare di sapere come comunica un cane, anche perché molto spesso l'essere umano è spinto a proiettare se stesso sul cane, quindi molti atteggiamenti che i cani hanno le persone tendono ad umanizzarli, a dare a quegli atteggiamenti dei comportamenti riconducibili a quella che è la natura umana rispetto che al cane. Il mio consiglio spassionato è che prima di prendere un cane è essenziale che ci si consulti con i professionisti in modo tale che la scelta della tipologia del cane non venga eseguita scorrettamente, questo comporta, se si sceglie già un cane in malo modo, l'insorgenza di possibili problematiche. Questo perché non tutti i cani sono uguali, non tutte le persone sono uguali e molto spesso non si è compatibili con il cane che si decide di adottare e se non sei compatibile devi avere tanta forza di volontà per riuscire poi ad entrare in sintonia. Poi tutto cambia anche in relazione a che tipo di cane adotti, un cane cucciolo o adulto? E se adulto che passato ha? Così da capire che tipo di lavoro andare a fare.
4) Perché dal tuo punto di vista stanno accadendo diverse aggressioni di cani domestici? Dipende tutto dai proprietari che non hanno, dunque, una dovuta preparazione? Dal mio punto di vista stanno avvenendo perché in Italia abbiamo un gravissimo problema: i cani sono alla portata di chiunque. I cani non sono per tutti e specialmente determinati cani. Le persone purtroppo sottovalutano l'avere un cane e spesso i cani prendono i cani sottovalutando quanto questi possono seriamente influenzare la nostra vita e quella degli altri. Sicuramente esistono delle razze che hanno delle caratteristiche ben definite, ogni razza ha le sue motivazioni genetiche, ogni razza ha la sua variabilità. Quello che dico sempre: prendiamo ad esempio il caso dei pittbull che sono i protagonisti di queste tragedie che affrontiamo in questo paese, ad oggi si fa molto leva sulla possibile aggressività del pitbull perché i media parlano principalmente di questi cani ma non si fa attenzione a quella che è un'evidente dimostrabile spiegazione genetica, motivazioni di razza che sono delle caratteristiche che fanno parte del corredo genetico del cane e che quindi non si possono modificare ma che si possono modulare a seguito di una sana e corretta educazione e gestione. Fondamentalmente il pitbull a livello di motivazione genetica ha un'aggressività veramente molto bassa, quindi questo ci fa capire che queste razze non sono predisposte ad essere aggressive nei confronti dell'uomo. Eppure oggi abbiamo constatato quanti cani come i pitbull ma anche tante altre razze hanno aggredito persone, adulti e bambini e perché questo accade? Semplicemente perché io posso avere anche un pitbull che ha una aggressività interspecifica molto bassa ma se non ha una vita appagata, un'educazione, una figura di riferimento che gli insegni che cosa è giusto e sbagliato che permetta al cane di sfogare tutte le sue peculiarità rendendolo sereno ed equilibrato, è soggetto ad avere questi comportamenti. Un cane sereno non penserebbe mai di fare determinate cose. Quindi è tutta una questione di scorretta gestione di chi c'è dietro il cane. Si collega a questo l'inizio del discorso, il mercato e commercio dei cani in Italia è fuori controllo. Ognuno oggi può prendere due cani farli riprodurre e vendere i cuccioli. Dal momento in cui tu non dichiari che il cucciolo è di razza in un contratto tu per legge puoi vendere comunque questo cane. In Italia è illegale vendere un cane non di razza e spacciarlo per cane di razza ma succede spesso che queste persone spacciano cani di un tipo senza pedigree dicendoti che è di una razza specifica poi nel contratto non scrivono che sia di quella razza quindi il cane viene venduto senza pedigree spacciandolo per pitbull percependo dei soldi senza conseguenza alcuna. Di fatto i giornali parlano tanto di pitbull ma in realtà la maggior parte di questi cani sono meticci. Quindi non gestione delle riproduzioni e la non educazione e gestione dei proprietari di queste razze. Nessun cane, di nessuna razza che vive in uno stato di benessere psicofisico e supportato da un proprietario consapevole e informato sarà mai un pericolo per la nostra società.
5) Cosa fare adesso? Io sono stata vittima di uno di questi tragici fatti di cronaca, con l'aggressione da parte di un cane padronale per la quale ho perso il mio che non era solo un cane, un compagno di vita, di viaggio, di lavoro. Ed è anche per questo che nell'approfondire la tematica dell'educazione canina è cambiato il mio obiettivo finale, il mio scopo nella vita. Se prima la mia vita era un bellissimo viaggio insieme ai miei cani in tutta l'Italia per fornire il mio aiuto alle persone per capire come relazionarsi con i propri cani, ad oggi, a seguito della perdita di Milo e dei fatti di cronaca che si moltiplicano sulle aggressioni canine il mio obiettivo è cambiato. Mi sono subito attivata per cambiare attivamente le cose. Per questo anche grazie al percorso social che ho intrapreso ci siamo messi in contatto con delle figure professionali che ci stanno aiutando a portare in parlamento una proposta di legge volta a costituire un obbligo di formazione per chiunque voglia adottare o comprare un cane. Un progetto difficile ma non impossibile. Sono molto fiduciosa, è di fondamentale importanza che le persone comprendano che questa non è una battaglia solamente per chi sa quanto un cane possa darti amore perché ad oggi in Italia stanno morendo persone e altri animali ed è inaccettabile che ad oggi una persona non possa neanche uscire a farsi una passeggiata o una corsetta che possa finire per morire a seguito di un'aggressione da parte di cani padronali lasciati senza controllo.