"Punta Giglio è un bene prezioso, di altissimo pregio ambientale, ricco di valori storici, culturali ed identitari. Ed è giusto e doveroso che tutta la comunità di Alghero si batta per tutelarlo, preservarlo e difenderlo da qualsiasi possibile rischio per consegnarlo e tramandarlo integro alle generazioni future". Comincia così una nota del Parco Regionale di Porto Conte che interviene a proposito della levata di scudi sul progetto di utilizzo dei ruderi militari di Punta Giglio.
Levata di scudi proveniente dal mondo ambientalista e anche dalla politica con particolare attenzione da parte di esponenti della sinistra.
"Non si può quindi che apprezzare il dibattito acceso - prosegue la nota del Parco - le prese di posizione ed anche le dure critiche che alcune componenti della comunità locale stanno rivolgendo al progetto di valorizzazione del compendio promosso dal Demanio dello Stato ed affidato in concessione ad una cooperativa di giovani imprenditori che ha vinto nel 2018 un bando pubblico. Si tratta di una chiara testimonianza di democrazia, partecipazione e cittadinanza attiva che, tuttavia, ha il preciso dovere del rispetto dei fatti, come oggettivamente si sono verificati e del ruolo effettivo che sulla vicenda ha svolto il Parco di Porto Conte. Per questo motivo il Parco intende concorrere in modo costruttivo a questo dibattito con la massima trasparenza, portando all’attenzione di tutta la comunità la sua posizione affinchè non vi possano essere dubbi e fraintendimenti sul proprio operato.
A tale fine ha deciso di pubblicare nel proprio sito istituzionale una ricostruzione dei fatti come si sono svolti - fin dai mesi precedenti la decisione del Demanio e fino alla autorizzazione unica rilasciata dal Comune di Alghero - corredata da allegati di atti e lettere ufficiali che dimostrano in modo inequivocabile quali siano stati gli intendimenti e le azioni poste in essere dal Parco per la massima tutela e valorizzazione del compendio di Punta Giglio (il dossier è consultabile al link
https://www.algheroparks.it/news-e-eventi/posts/2021/march/compendio-di-punta-giglio-parco-di-porto-conte-documenti-e-verit%c3%a0/). "
Ed ecco la verita sostenuta dai documenti pubblicati, e i punti salienti dell’operato del Parco.
"Fin dai primi mesi della sua effettiva operatività (anno 2008), il Parco cercò in tutti i modi di riportare la disponibilità dei ruderi militari di Punta Giglio, bene dello Stato, nella propria diretta gestione per evitarne il progressivo degrado e per poterlo ricondurre alle finalità istituzionali di tutela, educazione ambientale e fruizione controllata proprie di un’area protetta. Della questione fu anche interessato l’allora Sottosegretario di Stato alla Difesa ma, nonostante le dichiarate disponibilità, il tentativo non condusse ai risultati sperati. In tempi più recenti, venuti a conoscenza dei propositi del Demanio dello Stato di mettere a bando il compendio militare, il Parco, unica voce del territorio a prendere una posizione, si mobilitò e cercò di contrastare tali intendimenti manifestando anche formalmente la propria contrarietà ad una ipotesi di sfruttamento turistico di un’area di alto pregio storico-ambientale ricadente all’interno di un’area protetta e non compatibile con la stessa.
Anche in questo caso - si legge nella nota - la posizione chiaramente espressa dal Parco non fu accolta dallo Stato anche perché, nel frattempo, completate le fasi di aggiudicazione, il Demanio chiese ed ottenne la piena disponibilità degli allora vertici dell’Amministrazione comunale di Alghero a sostenere l’iniziativa ed il progetto risultato vincitore, anche al prezzo di introdurre le necessarie modifiche di tipo urbanistico". Il documento del Parco non lo riferisce, forse per cortesia istituzionale, ma a quel tempo l'amministrazione algherese era a guida del centro sinistra con Mario Bruno sindaco.
"Vani furono i tentativi del Parco - prosegue il Parco - anche in quel caso in solitudine, di evidenziare le forti criticità ambientali e di scongiurare la posizione dell’Amministrazione comunale che, al contrario, firmò un protocollo d’intesa che dava il via libera al progetto dichiarato vincitore dal Demanio. Forti furono le preoccupazione del Parco per le caratteristiche del progetto risultato vincitore, ritenuto non compatibile con l’area naturalistica protetta; il progetto prevedeva, infatti, un intervento di riqualificazione della caserma e degli altri edifici militari, nonché l’aggiunta di ulteriori unità mobili sparse all’interno del compendio al fine di costituire una struttura ricettiva diffusa per un totale di oltre 70 posti letto con annesso ristorante e piscina: propositi del tutto improponibili all’interno di un Parco naturale. Di fronte a questa evidenza dei fatti al Parco non restava che attivare immediatamente una linea di condotta di diretta interlocuzione con la cooperativa vincitrice per fare in modo che la stessa ridefinisse in modo sostanziale i contenuti della proposta originaria per renderla compatibile con l’area naturale protetta e con i diversi vincoli di natura edilizia e paesaggistica, nonché con la esigenza del pieno rispetto della storia, della salvaguardia della memoria e della identità dei luoghi.
La cooperativa “Il Quinto Elemento” con spirito di massima collaborazione si rese fin da subito disponibile alla collaborazione richiesta dal Parco ed alla rimodulazione sostanziale della proposta originaria per rispondere alle richieste dei diversi Enti preposti fra i quali, oltre al Parco, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, l’Ufficio Tutela del Paesaggio, il Corpo Forestale dello Stato, il Comune di Alghero"
Una collaborazione quanto mai attiva e decisiva visto che: "Il punto di arrivo della rimodulazione può essere così sintetizzato: rinuncia completa alla impostazione turistico-ricettiva con 70 camere, ristorante e piscina e nuova impostazione del progetto, suggerita dal Parco e del tutto condivisa dalla Soprintendenza, di realizzazione prioritaria di un museo a cielo aperto con annessa foresteria (massimo 20 posti letto), punto ristoro e vasca ludica legata in modo funzionale alle attività dell’Ecomuseo del Parco di Porto Conte.
La nuova impostazione che rende oggi compatibile il progetto con le esigenze di tutela e sostenibilità ambientale ha trovato puntuale conferma nei nuovi documenti progettuali approvati con il provvedimento finale di autorizzazione unica rilasciato dal Comune di Alghero". Il Parco aggiunge ancora: "In fase di realizzazione dei lavori massima dovrà essere l’attenzione agli aspetti ambientali ed alla prescrizioni impartite dalla Regione e dal Parco per il massimo rispetto della flora e della fauna, nonché quelle a tutela della memoria storica impartite dalla Soprintendenza; a tale fine il cantiere sarà monitorato e controllato passo passo da tutti gli Enti pubblici preposti.
In conclusione, è solo grazie alla determinazione ed alla perseveranza del Parco di Porto Conte che è stato possibile scongiurare l’ipotesi originaria di una inaccettabile “aggressione” ambientale del compendio e di sfruttamento dello stesso a fini turistico-ricettivi non compatibili con un’area protetta.