Un ripasso su tematiche già visitate negli anni passati. Per gli
scolari dell’Istituto comprensivo ad indirizzo sportivo Porcu – Satta
di Quartu S. Elena sposare Agitamus è servito ad affinare le loro
conoscenze e sviluppare con maggiore presa di coscienza vari aspetti
che ruotano attorno ad una sana convivenza con la disabilità.
Nel corso del convegno conclusivo gli alunni hanno dato il loro solido
contributo sempre con il sorriso sulle labbra, facendo intendere che
si può arrivare a risultati seri e a volte raccapriccianti anche in
maniera giocosa; frutto dell’intesa collettiva tra classi e insegnanti
diversi. La platea dell’auditorium di via Turati era numerosa, allietata dalla
presenza del Commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe
che di Agitamus se n’è subito innamorato, adottandolo e prodigandosi
nel trovare risorse anche esterne (Regione Sardegna in primis) per
espanderlo in più scuole dell’isola.
Presente anche il MIUR rappresentato dai coordinatori regionale e
provinciale Marco Uselli e Antonio Murgia.
Il dirigente dell’istituto Vincenzo Pisano ha fatto gli onori di casa
spalleggiato dallo staff che ha coordinato il progetto: c’era lo
psicologo dello sport Manolo Cattari, la collaboratrice organizzativa
Monica Pirina, il tessitore dei rapporti col la scuola Marco Pinna.
Ospite di riguardo il presidente della Federazione Italiana
Tennistavolo Sardegna Simone Carrucciu che al Porcu-Satta è di
famiglia per via delle numerose iniziative che ha appoggiato, tra cui
la pratica scolastica dello sport noto anche come ping – pong. Durante le esibizioni gli studenti hanno dato prova del loro grado di
istruzione piuttosto approfondito, facendo intendere di conoscere a
menadito il CIP e la sua mission in Italia. Sviscerato nel miglior
modo possibile anche il concetto di empatia, sia nei suoi contenuti
generali, sia applicato al microcosmo quartese.
Merito del referente scolastico Ignazio Mulas che ha coinvolto il team
di docenti che per la scuola primaria era composto da Maria Grazia
Arba e Betty Orrù Schirru, mentre per la secondaria di secondo grado
si sono mobilitate Silvia Cortis (vedere intervista in basso),
Cristina Pala e Giovanna Sarigu.
Indispensabili sono stati gli incontri ravvicinati che le scolaresche
coinvolte hanno avuto con diversi atleti paralimpici: nell’ambito
della disabilità intellettivo relazionale è intervenuta la campionessa
del mondo di atletica FISDIR Chiara Statzu della Sa. Spo. Cagliari.
Per la disabilità fisica sono stati trascinanti i dialoghi intercorsi
con il pongista in carrozzina Daniel Maris (Tennistavolo Quartu) e la
campionessa di nuoto della Sa. Spo. Francesca Secci (vedere intervista
in basso). Le difficoltà palesi che una persona disabile può incontrare vagando
per Quartu S. Elena sono state documentate in un video realizzato con
pizzichi riuscitissimi di ironia da parte degli studenti. Muniti di
carrozzina si sono resi conto che esercizi commerciali, luoghi di
culto, strade, e tanto altro sono inaccessibili a chi non può fare
affidamento sull’uso delle gambe.
“Speravo che il primo cittadino della terza città della Sardegna
Stefano Delunas partecipasse all’iniziativa – dice un rammaricato
Paolo Poddighe – anche perché appuntamenti di questo tipo hanno il
vantaggio di sensibilizzare la gente in un modo diverso, più
autentico, basati su iniziative provenienti dalla classe dirigente del
domani. Constatata la mancanza delle istituzioni civiche, mi
prodigherò affinché il video elencante gli evidenti limiti strutturali
di Quartu S. Elena venga proiettato durante un consiglio comunale”.
Il timoniere del CIP è totalmente coinvolto dall’ultimo appuntamento
clou di Agitamus dell’11 febbraio 2019, quando alla Fiera di Cagliari,
in via Armando Diaz arriverà il presidente nazionale del CIP Luca
Pancalli: “Ringrazio Luca per aver accettato l’invito. Coinvolgeremo
tutte le scuole che hanno partecipato a questo primo step di Agitamus,
sarà un bellissimo incontro dove approfondiremo assieme i concetti
chiave che stanno alla base dei nostri intenti”.
IL PENSIERO PROFONDO AIUTA A COGLIERE L’ESSENZA DI AGITAMUS: PARLA SILVIA CORTIS
Da Sassari a Quartu S. Elena, passando per Porto Torres, Nuoro e
Santulussurgiu: nelle scuole legate ad Agitamus si è riscontrato il
totale consenso del corpo docente.
Nel caso del Porcu-Satta ecco la testimonianza di Silvia Cortis: “Sono
reduce da un’esperienza molto formativa – ha detto - perché i nostri
alunni si sono approcciati con nuove realtà, assimilando anche le
dinamiche di discipline sportive poco conosciute. Aspetto ancor più
importante è che hanno potuto riflettere su tematiche che conoscevano,
ma stimolati da Manolo Cattari e il suo staff si sono calati in una
dimensione introspettiva molto importante. L’aver documentato
attraverso il video i tanti ostacoli presenti che non permettono una
libera deambulazione del disabile dimostra quanto le città, in
generale, non siano ancora modellate per garantire un’esistenza
dignitosa a queste persone. I ragazzi volevano semplicemente lanciare
un messaggio chiaro su cosa fare per garantire maggiore civiltà nella
normale routine quotidiana. Certe cose fanno meditare solo se
provate”.
Più volte è emerso come i piccoli discenti si siano immedesimati
nell’altro in modo giocoso: “La cosa più bella di tutta questa
attività è che pur essendo formativa, si trasforma in festa – continua
l’insegnante - dove il divertimento è preponderante; il lato ludico è
servito per imparare e trarre tanti insegnamenti. Anche negli incontri
con gli atleti si sono messi in gioco, coinvolgendo totalmente chi si
trovava di fronte. Ci auguriamo che Agitamus continui con altri alunni
della nostra scuola; per noi docenti è stata un’opportunità atta a
diffondere le dinamiche del progetto ai restanti colleghi del
Porcu-Satta. Le cose sperimentate hanno avuto delle ricadute nelle
classi non coinvolte direttamente”.
Che segni lascerà Agitamus nel tempo? Secondo Silvia Cortis il non
essere perfettamente uguali è sempre un arricchimento per tutti. “Si è
disabili perché gli altri ti fanno sentire così – conclude - ma in
realtà tutti hanno le proprie peculiarità che convergono nei punti
deboli e in quelli di forza. Condividerle con gli altri è
fondamentale: stando tutti assieme si risolvono i problemi della vita.
Quando con le classi ci siamo soffermati sugli esercizi inerenti la
fiducia, infatti, è emerso che è necessario fidarsi degli altri,
perché abbiamo sempre bisogno del prossimo”.
PIU’ CHE TESTIMONIAL, UNA DELLE IDEATRICI DI AGITAMUS: LE IMPRESSIONI
DI FRANCESCA SECCI
Sua è stata l’idea di rendere i ragazzi attori-collaboratori e non dei
semplici destinatari passivi delle informazioni elargite dagli
organizzatori. E poi è stata promotrice della verticalità tra le
classi in modo che gli studenti delle medie fossero in grado di
trasmettere queste informazioni agli omologhi delle classi inferiori. La pluri campionessa di nuoto paralimpico Francesca Secci vanta una
proficua amicizia con Manolo Cattari e grazie ai reiterati incontri
tra lui e l’insegnante di Porto Torres Caterina Manca, Agitamus ha
preso il sopravvento. L’atleta selargina ha subito colpito lo
psicologo dello sport per come riesce ad interagire con i bambini e in
seguito a incontri estemporanei fatti in qualche scuola del Capo di
Sopra si è poi giunti all’elaborazione del progetto vero e proprio.
Sei potuta intervenire solo al Porcu-Satta di Quartu. Come mai?
Dopo essere stata presente nella stesura della parte progettuale,
l’idea è che partecipassi con maggiore frequenza a tutti gli
appuntamenti. Ero stata protagonista durante il progetto pilota di
Porto Torres, poi gli impegni di lavoro mi hanno bloccato. Alla fine
sono riuscita ad incontrare solo gli alunni della scuola primaria.
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