Il tema dell’insularità e degli svantaggi che frenano lo sviluppo
economico e sociale della Sardegna non abbandona l’azione politica dei
Riformatori sardi. Il gruppo consiliare ha presentato questa mattina
una nuova iniziativa finalizzata al superamento del gap
infrastrutturale con le regioni più ricche della penisola.
L’attenzione, questa volta, si concentra sul digital divide, il
divario digitale che in Sardegna è più sentito che altrove e
rappresenta un punto fondamentale della battaglia sull’insularità.
«Non è solo una questione tecnica – ha spiegato il consigliere
regionale Michele Cossa – la Sardegna è nel gradino più basso della
scala nazionale dell’infrastrutturazione digitale, condizione
indispensabile per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Per
questo abbiamo presentato una mozione urgente in Consiglio che chiede
un intervento della Giunta per consentire alla Sardegna di allinearsi
alle regioni più avanzate d’Europa. Negli anni scorsi sono stati spesi
140 milioni di euro per la posa e il collaudo della fibra ottica. Ora
si tratta di attivarla e di renderla fruibile soprattutto nelle aree
più marginali dell’Isola. In Sardegna ben 310 comuni su 377 sono
inseriti in ultima fascia tra le zone individuate dal Mise come più
appetibili per i mercati».
Concetto condiviso dal coordinatore dei Riformatori di Cagliari
Giacomo Fantola: «Una buona infrastrutturazione digitale è un ottimo
strumento per combattere il fenomeno dello spopolamento delle zone
interne – ha detto – il digital divide è strettamente connesso ai
diritti civili e di cittadinanza».
La mozione depositata in Consiglio regionale segue una proposta di
legge per il rilancio delle zone interne presentata nei giorni scorsi
dal Gruppo dei Riformatori:
«E’ un documento strettamente collegato a
quella iniziativa e al tema dell’insularità – ha detto il coordinatore
regionale Aldo Salaris – questa battaglia fondamentale per la
Sardegna deve partire dalle amministrazioni locali. Se si vince,
saranno soprattutto i piccoli centri a trarne beneficio con un taglio
ai costi dei trasporti e dell’energia. Per questo, nelle prossime
settimane, partirà una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i
piccoli centri dell’Isola».
Una sollecitazione alla Giunta regionale per ottenere da Telecom
“l’illuminazione” della fibra ottica è arrivata anche dal vicesindaco
di Armungia Antonio Quarto: «Nel mio comune e in tutti i paesi del
Gerrei è stata posata la fibra ma ancora non è stata attivata. Questa
infrastruttura è importantissima per il futuro dei nostri paesi. Serve
un’azione decisa della Giunta nei confronti di Telecom che, come tutte
le aziende, rivolge le sue attenzioni verso le aree più popolate».
«La banda larga consentirebbe inoltre di vigilare sul territorio e di
rafforzare la sicurezza – ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio
regionale Giovanni Antonio Satta – gli attentati agli amministratori
locali hanno subito un’escalation preoccupante negli ultimi mesi. Il
sistema di sorveglianza con la fibra ottica avrebbe un impatto molto
positivo. Stessa cosa per la prevenzione degli incendi nelle zone
agricole».
Sulle ricadute economiche e sociali del divario digitale si sono,
infine, concentrati gli interventi del coordinatore del Comitato per
l’Insularità Matteo Rocca e dell’imprenditrice Marina Adamo.
«La mozione rafforza la nostra proposta di legge contro lo
spopolamento – ha detto Rocca – il digital divide accentua le
diseguaglianze sociali e frena lo sviluppo delle aree più deboli. Se
vogliamo una Sardegna più attrattiva per i mercati occorre superare il
gap infrastrutturale».
«La Sardegna punta a diventare una regione smart ma per far questo
servono passi concreti – ha affermato Marina Adamo – occorre impostare
un nuovo paradigma di sviluppo legato all’innovazione tecnologica e
mettere le imprese nelle condizioni di offrire servizi digitali ai
cittadini. Solo così si può favorire la crescita e creare
occupazione».