Il Centro Studi Federalberghi-Confcommercio Provincia di Sassari
redige il bilancio di fine stagione, analizzando il periodo maggio
settembre grazie ai dati puntualmente inviati da un campione di 40
strutture ricettive associate su 96 iscritte, e 110 totali operanti in
provincia. Gli indicatori presi a base di ragionamento sono i
consueti: arrivi, presenze e indice di occupazione medio, cioè il
rapporto tra presenze e posti letto totali. Fissando l’attenzione
sull’intera area provinciale, Stintino, Sassari, Sorso, Alghero,
Castelsardo, Valledoria e aree interne, i posti letto campionati su
base stagionale (maggio settembre) sono stati 681.985.
Gli arrivi nazionali 44.436 che originano 149.640 presenze, mentre gli
arrivi internazionali sono stati 74.533 per 304.820 presenze.
L’indice di occupazione letti si ferma al 66,64% contro il 68,61% del
2017 e lo stesso valore 68,61% che la cabala volle per il 2016.
Sostanzialmente, una perdita occupazionale contenuta in 2 punti
percentuali, che tuttavia manifestano un segnale che sarà bene non
trascurare per il futuro. Su Alghero, destinazione prediletta dai
turisti d’oltralpe, i posti letto campionati sono stati 422.400, gli
arrivi nazionali hanno raggiunto quota 23.008 producendo presenze per
80.146, i flussi internazionali indicano 51.559 arrivi per 223.053
presenze. L’indice di occupazione letti resta sostanzialmente
invariato, fissandosi al 71,78% contro il 72,36% del 2017 e il 71,33%
del 2016. Per l’area vasta Golfo Asinara, 255.746 posti letto
campionati, 21.318 gli arrivi italiani per 64.384 presenze, 22.842
arrivi internazionali per 81.675 presenze. Nota dolente, l’indice di
occupazione letti, che cala sensibilmente al 59,07% dal 64,66% del
2017 e dal 63,36% del 2016.
“I soggiorni medi più lunghi – commenta i dati il Presidente
Federalberghi-Confcommercio Provincia di Sassari Stefano Visconti-
restano appannaggio dei turisti stranieri, che mediamente soggiornano
5 giorni contro i 3,5 giorni di media che l’ospite italiano dedica
alla località. Gli ospiti che provengono dai quadranti più a nord
dell’Europa hanno anche maggior capacità di spesa. I mercati di
riferimento – prosegue Visconti- sono invece variabili rispetto alle
località turistiche d’area provinciale, confermando l’eterogeneità
anche commerciale dei nostri vari distretti.” Ad Alghero, i turisti
italiani quotano il 25% del totale presenze, e restano comunque il
primo riferimento. Il mercato scandinavo precede nella speciale
classifica quello del Regno Unito, della Germania, della Francia e
della Spagna. A Stintino, la quota di maggioranza assoluta vicina
all’80% è costituita da connazionali, cosi come a Sassari, dove
insiste per un valore superiore al 50%, a Valledoria il primo mercato
è quello tedesco.
In tutte le località, è trasversale e diffuso il turista spagnolo ,
incoraggiato al viaggio dalle facilitazioni a raggiungere l’isola via
mare.
“La composizione degli ospiti delle nostre strutture ricettive
deriva fondamentalmente dalle località collegate per aria o per mare
alla nostra destinazione – interviene il Presidente Visconti –
pertanto su base provinciale il primo mercato è quello tedesco,
seguono francese, Regno Unito, scandinavo, spagnolo, dopo ovviamente
il mercato italiano, ancora il primo in ordine a presenze turistiche.
Per questo motivo – prosegue Visconti- dal 2016, riscontriamo una
mancata diversificazione per il Nord Ovest dell’isola dei mercati di
riferimento, vista la ricostruzione ancora in corso del network
aeroportuale del Riviera del Corallo, dopo la privatizzazione dello
scalo. Sostanzialmente, le destinazioni collegate sono poco variate
nell’ultimo triennio, non favorendo la generazione di nuovi flussi
turistici di rilievo per la località. In un recente passato –rende
noto Visconti- e fino all’avvicendamento ai vertici della Sogeaal con
conseguente variazione dei riferimenti, le interlocuzioni con
l’aeroporto di Alghero erano costanti, e avevano prodotto oltre a due
nuovi collegamenti cofinanziati dalle imprese, una lista di cosiddette
“rotte desiderata” dal comparto produttivo.
Era allo studio – prosegue il Presidente Visconti- una versione più
industrializzata di modello di condivisione del rischio (legato
all’attivazione di nuovi collegamenti aerei) e cofinanziamento delle
rotte, per incentivare l’attivazione di nuove rotte con nuovi vettori.
Discorso interrotto, speriamo solo temporaneamente”. Per il comparto
alberghiero, comunque non è una stagione da dimenticare.
“Anche se 6 alberghi su 10 vedono diminuire le proprie occupazioni –
conclude il Presidente Visconti – e di questi la maggior parte
contengono il calo entro il 5%, il ricavo medio per camera superiore
rispetto all’anno precedente ha azzerato il minor riempimento dei
letti. Un segnale positivo quest’ultimo, indice di apprezzamento da
parte dei mercati del nostro prodotto turistico.”