È la storia di Marco, 38 anni, di Napoli, uno dei tanti pazienti che
ancora oggi deve fare i conti con gli effetti del silicone liquido,
sostanza vietata in Italia dagli anni ‘90 ma ancora utilizzata da
medici con pochi scrupoli. Marco decide di operarsi per eliminare il
silicone e tornare ad avere un aspetto più naturale, raccontando in
una video-testimonianza le varie fasi, dal pre-operatorio,
all’immediato post operatorio fino a 6 mesi dopo. Un modo per aiutare
altre persone che si trovano nella stessa condizione e che pensano non
ci sia soluzione al problema, a trovare il coraggio per farsi operare.
“La mia storia inizia 15 anni fa – dice Marco -.
Lavoravo nella moda,
un mondo in cui l’aspetto fisico ha un ruolo primario. Avevo le labbra
sottili e desideravo averle più carnose: un chirurgo plastico di
Napoli mi ha convinto ad aumentarle usando il silicone liquido. Non
sapevo esattamente quello che questa scelta avrebbe comportato: anzi,
inizialmente ero soddisfatto del risultato, in quanto la bocca era
effettivamente più voluminosa”.
Con gli anni però arrivano i problemi, in quanto il silicone liquido,
restando isolato dagli altri tessuti, causa un peso che porta al
cedimento delle labbra. Marco non si riconosce più nell’immagine
riflessa allo specchio: “Quel viso con i tratti marcati non mi è mai
piaciuto, poi quando le labbra hanno iniziato a “cadere”, ho deciso di
operarmi: rivolevo i miei lineamenti naturali” afferma.
Tornare indietro non è però così semplice: rimuovere il silicone è un
intervento che pochissimi professionisti eseguono, per via della
complessità e delle possibili complicazioni che comporta.
Uno dei pochi a eseguirlo è Raffaele Rauso, chirurgo plastico past
president della Federazione Italiana Medici Estetici (Fime) e docente
all’Università degli Studi di Foggia, che riceve richieste da tutta
Europa da parte di pazienti che hanno problemi con il silicone
liquido: “Trattandosi di infiltrazioni illegali, è impossibile avere
dati esatti sul fenomeno – racconta Rauso -. Visito più di 100
pazienti l’anno solo per il silicone liquido, ma il numero sale se
consideriamo anche infiltrazioni labiali con altri filler permanenti
come il metacrilato, il gel di poliacrilammide e così via”.
I problemi causati dal silicone liquido sono numerosi: “E’ un
materiale inorganico che, a contatto con il nostro organismo, provoca
una reazione infiammatoria – dice il professor Rauso -. Si tratta di
un meccanismo di difesa del corpo che porta alla formazione di una
capsula per isolare questo materiale dal resto del corpo.
Spesso il
silicone liquido può causare, anche a distanza di anni, granulomi o
infezioni, con esacerbazioni caratterizzate da vere e proprie
"eruzioni" flogistiche e la formazione di questa capsula impedisce un
suo naturale alloggiamento nell'area dove è stato infiltrato, con il
tipico l'aspetto "bozzuto"”.
L’intervento prevede la rimozione definitiva del silicone: “Se il
silicone è stato infiltrato non più di 12 mesi prima, è consigliabile
effettuare un tentativo con un laser che scioglie testo polimero e
pian pianino la mucosa si retrae fino a diventare normale. Altrimenti
bisogna intervenire con un'incisione tra la mucosa "umida" e quella
"asciutta" delle labbra, in modo da aprire totalmente le labbra e
rimuovere il silicone con il tessuto infiammatorio adiacente” aggiunge
Rauso.
Marco si rivolge al dottor Rauso per rimuovere il silicone alle
labbra, dando contestualmente anche una “sistematina” al naso, con una
rinosettoplastica.
“Temevo molto l’intervento, perché me ne avevano
parlato malissimo. Anzi, alcuni medici sostenevano che il silicone non
si potesse rimuovere – racconta Marco -. Invece è andata meglio del
previsto. Non è stato doloroso, anche se il post operatorio, come mi
avevano prospettato, è stato un po’ lungo. Per fortuna avevo a
disposizione lo staff del professor Rauso, che è stato pronto ad
assistermi e a darmi conforto nei momenti di difficoltà”.
Dopo 6 mesi, il risultato è definitivo: “Oggi sono soddisfatto, ho
ottenuto il risultato che volevo e posso finalmente tornare a
sorridere”.
Raffaele Rauso (www.raffaelerauso.com; www.topchirurgiaestetica.it).
Laureato in Medicina e Chirurgia a Napoli con 110 e lode, si è
specializzato in Chirurgia Maxillo-Facciale a Napoli, ha conseguito un
master di II livello in Chirurgia Estetica a Milano, un master di II
livello in Chirurgia Ricostruttiva della Mammella a Roma, un dottorato
in Chirurgia Plastica, Dermatologia ed Anatomia sempre a Roma e un
diploma post lauream in "tecniche microchirurgiche”. Ha perfezionato
le conoscenze con esperienze all’estero in USA, India e Svizzera.
Dal
2008 svolge missioni di chirurgia plastica umanitaria in paesi in via
di sviluppo (Etiopia, Senegal, Gabon, Uganda, Giordania, Paraguay,
Brasile). È autore di numerosi articoli scientifici presenti su
pubmed.com (la biblioteca informatica medica più importante al mondo),
e di capitoli su opere chirurgiche nell’ambito della Chirurgia
Plastica Estetica. È socio delle più importanti associazioni di
categoria: EAFPS (European Academy of Facial Plastic Surgery), EACMFS
(European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery), AICPE
(Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SICPRE (Società
Italiana Chirurgia Plastica Estetica), SIM (Società Italiana di
Microchirurgia), DASIL (Dermatologic Aesthetic Surgery International
League), Royal Society of Medicine, etc. È docente all’Università
degli Studi di Foggia ed è past president della FIME (Federazione
Italiana Medici Estetici). È fondatore del brand
ChirurgiadellaBellezza (www.chirurgiadellabellezza.it), network di
chirurgia plastica e medicina estetica con sedi a Roma, Napoli e
Caserta.