Da questa mattina, infatti, si applicherà il nuovo regolamento europeo
sui “novel food” che permetterà di servire gli insetti a tavola.
Quindi – sottolinea la Coldiretti – si potranno vendere e comprare
grilli e millepiedi cinesi, tarantole arrostite del Laos, vermi
giganti della farina dalla Tailandia, bachi da seta all’americana,
farfalle delle palme dalla Guyana francese fritte e condite, le cimici
d’acqua della Thailandia, fino agli “aperinsetti” come vermi della
farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino da
mangiare con un sorso di vodka ai bachi da seta.
E per chi vuole
infrangere ogni barriera del gusto ci sono gli scorpioni dorati dalla
Cina e neri dalla Thailandia, gli spiedini di scarabei e una vasta la
scelta di grilli tutti made in Asia.
Una novità che, secondo una indagine condotta da Coldiretti/Ixe’ non
piace al 54% degli italiani che li considerano estranei alla cultura
alimentare nazionale mentre sono indifferenti il 24%, favorevoli, il
16% e non risponde il 6%. Pochissimi, in particolare, i favorevoli
alla possibilità di mangiare insetti interi, secondo quanto emerso da
una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
(Cuneo) che ha effettuato dei test di degustazione coinvolgendo dei
volontari.
Maggiore disponibilità si è, invece, riscontrata – continua la
Coldiretti – al consumo di prodotti che contengono insetti nel
preparato (come ad esempio farina di grilli o pasta con farina di
larve).
A spingere verso il consumo di insetti è da qualche anno la Fao
(Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e
l’agricoltura) forte del fatto che nel mondo già quasi 2000 specie di
insetti sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2
miliardi di persone.
“Non siamo contrari a priori per le altre culture alimentari anche se
noi siamo da sempre a fianco del made in Italy e dei prodotti
stagionali – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista
Cualbu -. Ma è chiaro è necessario che sia garantita trasparenza e
sicurezza alimentare per i consumatori. Come per tutti gli altri
alimenti importati, molti dei quali fanno concorrenza sleale ai nostri
prodotti (non è questo il caso) chiediamo che ci sia chiarezza sui
metodi di produzione e sulla provenienza e tracciabilità degli
insetti.
La maggior parte dei nuovi prodotti, come ha più volte
evidenziato la nostra Organizzazione, proviene da Paesi extra Ue, come
la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per
numero di allarmi alimentari”.
“Il nostro consiglio è comunque quello di prediligere sempre i
prodotti locali e made in Italy – ricorda il direttore di Coldiretti
Sardegna Luca Saba -, non solo per tradizione e cultura ma anche
perché garanzia di salubrità e rispetto dell’ambiente, oltre a
garantire un ritorno economico ai nostri agricoltori”.
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