Michelangelo Pudda eletto segretario provinciale del Movimento per le Autonomie

-
Nell’affollata sala del White e Green di Predda Niedda, si è tenuto oggi il congresso provinciale dell’MPA per l’elezione del segretario e del comitato provinciale. Alla carica di segretario provinciale del movimento è stato eletto Michelangelo Pudda, sassarese, funzionario del genio civile.

I nuovi componenti del comitato sono invece: Antonello Muroni e Mavi Porcu (Alghero); Maria Luisa Chighine (Bessude); Giuseppino Marras (Bonnanaro); Massimiliano Fiori; Assunta Palmas e Salvatore Suzzarellu (Castelsardo); Michele Carta (Codrongianus); Rosolino Foddai (Giave); Gianni Sassu (Mores); Loredana Cubeddu (Muros); Mario Alfonso Cossu (Nulvi); Gavino Carta, Claudio Piras e Gianluca Sabino (Porto Torres); Giuseppe Capula (Putifigari); Giovanni Carbini (Santa Maria Coghinas); Gianni Tilocca (Sorso); Salvatore Arca (Valledoria) ed i sassaresi: Oreste Antignano, Giampiero Borrielli, Massimiliano Cannoni, Antonio Dore, Francesco Manconi, Gabriella Rubattu e Maurizio Tanda. Del movimento giovanile sono stati chimati a far parte del comitato provinciale: Massimo Rizzu, Giovanni Antonio Sussarellu, Massimiliano Carbini e Diego Giammarco.

Faranno inoltre parte di diritto dell’organismo provinciale i componenti del comitato regionale: Franco Cuccureddu e Matteo Santoni (Castelsardo), Antonio Chessa (Cheremule), Giovanni Pintus (Codrongianus), Giuseppe Fancellu (Li Punti), Stefano Caria (Porto Torres), Toto Tortu (Perfugas), Giancarlo Carta (Putifigari) Giandomenico Scanu e Salvatore Tanca (Sassari), Stefano Sotgiu (Semestene) e Pippo Meli (Uri).

L’assemblea congressuale, presieduta dal coordinatore provinciale dell’MPA di Cagliari, Davide Galantuomo, si è aperta con gli interventi di saluto dei rappresentanti MPA delle altre province: Michele Ruiu, Renato Copparoni, Gianfranco Attene, Nello Mura, Giorgia Corona. A far entrare nel vivo i lavori congressuali è stata la relazione svolta da Franco Cuccureddu, che ha delineato la natura riformista ed autonomista del movimento, ripercorrendo le tappe dalla sua costituzione in Sardegna ad oggi (con circoli e referenti dovunque, numerosi sindaci ed amministratori provinciali e comunali). L’attenzione si è, però, soffermata soprattutto sui temi delle riforme istituzionali, che devono vedere un nuovo protagonismo dei comuni e dei sindaci, e sul modello di sviluppo, che dovrà essere certamente pluribusiness, ma non più con un ruolo marginale per il turismo.

“Solo così –ha affermato Cuccureddu- l’insularità può trasformarsi da un handicap in un vero punto di forza, come avviene per le Maldive, la Polinesia, le Canarie o le Baleari, è però necessario ripensare al modello di sviluppo adeguandolo alla natura ed alle peculiarità della nostra terra”. Non più, quindi, modelli imposti dall’alto, ma scelti, invece, dai cittadini e dalle città.

Nei diversi interventi che sono succeduti, sono state approfondite diverse tematiche: dal turismo (Toto Tortu in particolare) all’agricoltura ed alla valorizzazione delle produzioni locali (Gianni Sassu), dal rischio di non garantire più il diritto all’istruzione (Massimo Rizzu), a temi di stringente attualità come quelli della compatibilità fra tutela dell’ambiente e della salute e produzione industriale (messi a fuoco dal portotorrese Stefano Caria), ai problemi del governo dei comuni (tema toccato da alcuni sindaci ed amministratori locali), a temi più politici, quali la scelta delle alleanze in vista delle imminenti elezioni politiche e delle prossime elezioni amministrative e regionali.

Prima dell’elezione, avvenuta per acclamazione, è stato anche presentato un “Progetto per la Sardegna”, elaborato, congiuntamente dal coordinamento regionale e da quelli provinciali, ed articolato in sei linee strategiche e 24 progetti bandiera. Si tratta del contributo dell’MPA Sardegna per disegnare una Sardegna turistica ed accogliente (con un nuovo PPR che punti sulle strutture ricettive più che sulle seconde case, sulla continuità aerea e navale, su una disciplina dell’ospitalità e della nautica); una Sardegna verde (con un nuovo modello di chimica verde che sostituisca progressivamente quella dei derivati dal petrolio, una riforma profonda dell’agricoltura e dell’Ente foreste); una Sardegna nuova (dove i cittadini possano partecipare alla vita delle istituzioni attraverso la e-democracy, con una nuova architettura istituzionale che ponga al centro i comuni, col federalismo interno che inverta il processo di accentramento su Cagliari dei poteri e delle decisioni); Sardegna mediterranea (con la battaglia per ottenere l’Autorità di gestione dell’ENPI anche nella fase di programmazione 2014/2020, con la Sardegna ponte fra riva sud e riva europea del mediterraneo, con Galsi od altre forme di metanizzazione che siano l’occasione per stringere legami commerciali e commerciali col nord Africa e con il Medio Oriente); una Sardegna identitaria (promuovendo partnership con Corsica, Sicilia, malta, Cipro, Baleari, Creta, ecc. x una grande battaglia comune in sede europea sulle compensazioni dalla zona franca alla continuità territoriale; la ricostituzione dell’ISOLA per promuovere, valorizzare e commercializzare l’artigianato artistico di qualità); una Sardegna solidale (con garantisca livelli adeguati di istruzione e formazione omogenei in tutta l’Isola, con l’approvazione della riforma sanitaria, del piano sanitario e della rete ospedaliera, con l’approvazione della legge sulla famiglia).

Su questi temi l’MPA ha presentato articolati progetti di legge e di riforme profonde ed incisive sia sul fronte del modello di sviluppo che su quello dell’assetto istituzionale. Mentre su altri temi come l’istituzioni del fondo antiusura, la legge sul patto di stabilità territoriale e solidale, sugli enti locali, sul turismo nei borghi, diverse norme in materia di enti locali, ecc. le proposte dell’MPA si sono già trasformate in leggi regionali.