Cagliari. Il referendum. Confermativo. Sarà il nuovo confronto politico-sociale dell'Italia. Uno strumento democratico per la legittimazione popolare di una riforma costituzionale come quella della giustizia, appena approvata dal Parlamento. Si dovrebbe votare in primavera. Marzo o aprile. Se vincerà il Sì la riforma Nordio sulla separazione delle carriere diventerà operativa a tutti gli effetti. Se prevarrà il No automaticamente la legge sulla Giustizia decadrà. E le conseguenze politiche potranno essere destabilizzanti. Addirittura potrebbe essere in crisi lo stesso Governo Meloni. Ipotesi lontana, ma pur sempre possibile. Lo scontro politico sarà sicuramente molto aspro e le problematiche regionali passeranno in secondo piano. Non per la Sardegna. Perché i temi di attualità, che sono vere e proprie emergenze, come la Sanità, saranno sempre in primissimo piano. Mentre sul piano giuridico avremo altri sviluppi del tormentone sulla ipotesi di decadenza di Alessandra Todde. Dico queste cose per significare che la Sardegna è attesa da un periodo di forte confusione. E c'è da temere che i problemi dell'Isola siano ancora destinati al limbo della provvisorietà. Mentre soluzioni radicali sarebbero l'unico tampone a realtà sistemiche che azzoppano l'Isola nelle suo cammino di sviluppo. A cominciare appunto dal diritto alla salute, sempre più negato a vaste fasce della popolazione. Mario Guerrini.
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