Cagliari. Gli ospedali. Uno l'hanno smantellato. Era il Marino, lungo il viale Poetto. Con Pronto Soccorso e reparti di ortopedia che erano eccellenze. Idem per il Binaghi, in zona Monte Urpinu. Adesso c'è il Santissima Trinità, a Is Mirrionis, che è in condizioni fatiscenti. La politica sanitaria sembra quella di mettere una pezza qua ed una là. Ogni giorno nasce un problema in qualche struttura ospedaliera dell'isola. E si corre a tamponare l'emergenza. Ma il collasso del sistema rimane. Senza una strategia globale la situazione non migliorerà. I commissari straordinari stanno ridando respiro alle Asl, dopo i Dg di epoca sardista salviniana che ne avevano fatto centri di potere politico clientelare. Il quadro, però, sostanzialmente non cambia. A fine ottobre terminerà il lavoro dei commissari e si dovrebbe passare ai nuovi Dg, a meno di una proroga. Ma la musica non può cambiare se il direttore d'orchestra non funziona.
Il discorso non riguarda solo Cagliari. Ma l'intero sistema. Senza un generale che conosca territorio, armamenti e truppe è impensabile poter affrontare con successo la battaglia per il diritto alla salute. Senza una visione globale realistica non si va da nessuna parte. I 16 milioni per sistemare le emergenze del Santissima Trinità di Cagliari salteranno fuori in qualche modo. Ma la realtà non cambierà di una virgola. I vecchi manager di cdx che teorizzano le soluzioni sull'Unione Sarda sono gli stessi che hanno fatto parte delle logiche che hanno affossato la Sanità. Il problema è nelle mani della Presidente Alessandra Todde. Che ne ha piena consapevolezza. Ma è sotto pressione e distratta per le vicende legali legate alla ipotesi di decadenza. E il Pd, con il nuovo segretario Silvio Lai, sta pensando alle nuove poltrone. Per questo lui da Sassari compie fugaci apparizioni a Cagliari incontrando la Todde e i sodali di partito. Ci vuole un generale. Perché il nemico è dietro la collina. Mario Guerrini.
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