Cagliari. Si chiamava Kiril. Kiril Kachalaba. Di lui si sa, per ora, che aveva appena 18 anni ed era ucraino. Aveva da poco il monopattino. È rimasto ucciso ieri sera a Cagliari in uno scontro co un'auto con a bordo turisti tedeschi. Sconvolti per l'accaduto. In via Is Maglias. L'Unione Sarda, stamane, dà giustamente risalto a questo ennesimo dramma della strada. Di Kiril si sa appena che viveva a Selargius da tre anni. Da quando cioè nel suo Paese è cominciata la tragica "operazione di polizia" della Russia. Kiril aveva cercato scampo nella lontana e sconosciuta isola di Sardegna. Qui voleva non soltanto un rifugio ma probabilmente anche un futuro. Come tanti ragazzi sardi all'estero. La comunità Ucraina è folta. Moltissimi lavorano. Così come anche giovani russi. Cercano pace e lavoro. Mentre i nostri giovani lasciano la Sardegna, a loro volta in cerca di un domani in altri Paesi. Per questo sono commosso per la prematura fine di questo giovane dell'est. Perché dietro c'è la storia della emigrazione che i sardi hanno conosciuto e conoscono ancora oggi. Drammatica ed emblematica la foto pubblicata dall'Unione Sarda. Kiril faceva parte di un gruppetto di tre amici, pare tutti ucraini, che si stavano muovendo in monopattino. Nell'immagine si vedono i due amici testimoni dell'incidente che guardano sconsolati e tristi il monopattino del loro compagno travolto dall'auto. Kiril non è più. È il risvolto casuale e tragico dell'infinita odissea dell'emigrazione, che in questo caso è per noi immigrazione. E che si è spenta in un incidente stradale. Mario Guerrini.
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