Cagliari. La vera novità del Pd Sardegna. Si chiama Beatrice Muscas. È la segretaria di un circolo. Le cronache non danno maggiori dettagli sul suo conto. A Tramatza (Oristano) dopo l'elezione di Silvio Lai, nuovo (ma vecchio) segretario del Partito, Beatrice Muscas ha preso la parola, tra la sorpresa generale, per dire che lei non aveva votato Silvio Lai. Perché il Pd sardo è "ostaggio di una politica autoreferenziale legata alla difesa degli interessi del ristretto gruppo dirigente", racconta la Nuova Sardegna. Bravissima. Mi ha tolto le parole di bocca. L'elezione di Silvio Lai, esperto deputato (anche ex senatore), è infatti l'esito di una estenuante trattativa tra quelli che Elly Schlein chiama i "cacicchi e capibastone" dei democratici. Comandini, segretario uscente, incompatibile per Statuto, essendo presidente del Consiglio Regionale, ci ha messo quasi un anno e mezzo, prima di dimettersi. Semplicemente proprio perché i citati "cacicchi e capibastone" hanno tardato a trovare l'accordo sulle spartizioni. In sostanza la elezione di Lai è il frutto, scontatissimo, dei giochi di potere delle correnti. La base, infatti, è stata platealmente ignorata. Allo stesso modo è stata eletta alla Presidenza del Partito Giovanna Scanu. Che succede a Giuseppe Meloni. A proposito, Silvio Lai appartiene al gruppo dei "riformisti", guidato dall'ex socialista Antonello Cabras. Il quale è sempre più padre padrone del Pd sardo. Buon "lavoro". Ma complimenti a Beatrice Muscas. Una autentica eroina. Mario Guerrini.
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