La Sardegna si solleva contro il fotovoltaico: un grido ignorato dalla politica

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Un centinaio di cittadini sardi hanno riempito il Colle Sant'Elia, uniti da una ferma opposizione all'installazione di nuovi impianti fotovoltaici. La mobilitazione, imponente per numero e determinazione, ha tuttavia messo in luce una sconfortante assenza: quella dei rappresentanti politici. Nessun esponente delle istituzioni ha ritenuto opportuno partecipare, un silenzio assordante che suona come l'ennesima dimostrazione di "orecchie da mercante" di fronte alle istanze popolari. Nonostante la diserzione della classe politica, la manifestazione ha conseguito un notevole successo sul piano organizzativo e della partecipazione, a riprova della crescente consapevolezza e mobilitazione delle associazioni locali. Alla guida di questa protesta vi erano figure di spicco come Mauro Pili, giornalista e noto esponente politico, e Roberto Fadda, attivista ambientale e coordinatore di Sardegna Indipendentista. La loro presenza ha galvanizzato la folla, dando voce a un malcontento diffuso e profondo. Il messaggio lanciato dal Colle Sant'Elia è chiaro e risuona con forza: la Sardegna non vuole essere trasformata in un mero polo energetico a discapito del suo paesaggio, della sua identità e delle sue peculiarità ambientali. È un appello diretto, quasi un'ingiunzione, rivolto alle massime cariche regionali: la presidente Alessandra Todde e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Coloro che hanno ricevuto il mandato dai cittadini, coloro che dovrebbero rappresentare gli interessi di migliaia di elettori, sono ora chiamati a dimostrare con i fatti di aver compreso la portata di questa protesta. Non basta l'assenza, non bastano le promesse mancate. È tempo che la politica si scuota dal suo torpore e agisca. I sardi hanno espresso con chiarezza la loro volontà, e ora attendono risposte concrete. Le istanze sollevate sul Colle Sant'Elia non possono cadere nel vuoto, pena una sempre più profonda disaffezione dei cittadini verso chi dovrebbe governarli. La "mossa" che i manifestanti invocano è un'azione decisa, che tenga conto delle reali esigenze e preoccupazioni della popolazione, anziché perseguire un modello di sviluppo energetico che appare calato dall'alto e privo di una visione olistica per il futuro dell'isola.