Il paradosso del degrado persistente a Sant'Elia quartiere cagliaritano

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La lotta contro il degrado e l'abbandono di rifiuti non è un fenomeno isolato a Sant'Elia, ma una sfida che coinvolge diverse zone di Cagliari. L'amministrazione comunale e l'assessora all'Ambiente Luisa Giua Marassi, supportati da una rete di volontari e attivisti ambientali, stanno estendendo il loro impegno su più fronti, cercando di riportare decoro e igiene in tutta la città. Tuttavia, è innegabile che la resistenza al cambiamento e la recidività del degrado appaiono particolarmente marcate proprio nel quartiere di Sant'Elia. Nonostante gli sforzi profusi in tutta Cagliari, è a Sant'Elia che emerge con maggiore evidenza un paradosso inquietante: la rimozione di rifiuti ingombranti e il ripristino del decoro urbano sono sistematicamente vanificati nel giro di pochi giorni. Un esempio lampante di questa resistenza è quanto accaduto nel vecchio borgo, dove sono stati intenzionalmente sversati centinaia di litri di olio putrefatto. Questo gesto, lungi dall'essere casuale, è un chiaro segnale di una volontà esplicita di mantenere la zona in un alto stato di degrado. È un ciclo vizioso che si ripete, quasi a voler dimostrare una tacita, ma tangibile, accettazione del degrado da parte di una parte della popolazione. Le testimonianze locali parlano di un'abitudine, quasi di una compiacenza, nel convivere con condizioni igieniche precarie, tra topi e blatte – quel che in sardo si definisce un "caduzzimini", un lasciarsi andare, una rassegnazione. Questa persistenza del degrado suggerisce una mancanza di consapevolezza o di volontà nell'aderire a un modello di vita più sano, pulito e dignitoso, non solo per sé stessi ma anche per i propri figli. Si tratta di un nodo cruciale che l'azione amministrativa, da sola, fatica a sciogliere. L'assessora all'Ambiente Luisa Giua Marassi è in prima linea in questa complessa e spesso frustrante opera di riqualificazione che si estende a tutta Cagliari. Con un impegno encomiabile, supportata da volontari e attivisti ambientali, sta affrontando a viso aperto una realtà critica: ampie zone della città, seppur con maggiore incidenza a Sant'Elia, sono ancora in balia di discariche abusive di ogni genere. L'assessora Giua Marassi e i suoi sostenitori non cessano di ribadire l'importanza igienico-sanitaria di un ambiente pulito. È inaudito, sottolineano, che un quartiere o una zona della città debba subire un affronto così grave, compromettendo la salute pubblica e la qualità della vita dei residenti. La presenza diffusa di rifiuti non è solo un problema estetico, ma una ferita aperta che mina la dignità stessa della comunità. Questa situazione evidenzia una contraddizione profonda: da un lato, l'impegno civico e istituzionale volto al miglioramento; dall'altro, una persistente e incomprensibile resistenza di una parte della popolazione a mantenere il decoro. La battaglia del decoro urbano a Cagliari, quindi, non è solo contro i rifiuti, ma per la presa di coscienza collettiva e il rispetto del bene comune. Di fronte a tale situazione, l'intervento pubblico non può limitarsi alla sola pulizia o riqualificazione fisica. È imperativo affiancare a queste azioni una strategia più incisiva sul piano del controllo e della repressione, laddove l'inciviltà e la negligenza sfocano nel danneggiamento del bene comune. L'idea di un pattugliamento costante con agenti in borghese, anche notturno, e l'applicazione di sanzioni severe, fino all'arresto immediato per deturpamento di luogo pubblico, rappresenta un segnale inequivocabile. Non si tratta solo di punire, ma di rieducare attraverso la disciplina, facendo comprendere che il rispetto per l'ambiente condiviso è un principio non negoziabile. Questo approccio, seppur applicabile all'intera città, si rende ancora più pressante nelle zone come Sant'Elia, dove la resistenza è più forte e gesti come lo sversamento di olio putrefatto testimoniano una sfida diretta al ripristino della legalità e del decoro. Cruciale, tuttavia, è la richiesta di una massiccia collaborazione da parte dei cittadini più attenti. Non basta l'azione delle istituzioni: è fondamentale che ogni abitante di Cagliari si senta parte attiva di questa battaglia. Questo significa segnalare prontamente alle forze di Polizia Municipale qualsiasi abuso, supportando le denunce con prove fotografiche. Solo attraverso questa mobilitazione collettiva e una stretta sinergia tra istituzioni e cittadinanza, la rinascita di Sant'Elia e il miglioramento di tutta Cagliari potranno essere non solo strutturali, ma anche e soprattutto culturali e sociali, trasformando la rassegnazione in partecipazione attiva al miglioramento del proprio ambiente.