Geopolitica dell’intelligenza artificiale: la competizione globale e i suoi protagonisti

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  La rivoluzione dell’intelligenza artificiale non è solo una questione di tecnologia, ma una sfida strategica che sta ridisegnando i rapporti di forza tra le potenze mondiali. Nel suo ultimo saggio, Geopolitica dell’Intelligenza Artificiale (ed. Feltrinelli), Alessandro Aresu ci guida attraverso il complesso intreccio di dinamiche economiche, politiche e culturali che caratterizzano questa nuova era. Il volume sarà presentato a Cagliari il prossimo 20 dicembre 2024, alle ore 17:30, presso la Sala Search in Largo Felice 2. Aresu pone al centro del suo studio l’accesa competizione tra Stati Uniti e Cina, due superpotenze che vedono nell’IA non solo un motore di crescita economica, ma un elemento cruciale per il dominio globale. Gli Stati Uniti, con colossi tecnologici come OpenAI, NVIDIA e Google, mantengono un vantaggio nei settori chiave dell’innovazione. Tuttavia, la Cina, attraverso programmi governativi ambiziosi e aziende come Baidu e Tencent, è determinata a raggiungere la leadership entro il 2030. Una corsa che, secondo Aresu, non si limita alla produzione di tecnologia, ma si estende al controllo delle infrastrutture digitali e alla definizione degli standard globali. L’Europa, invece, si trova in una posizione marginale.

  Aresu descrive il peso risibile dell’Unione Europea nello scacchiere geopolitico dell’IA, una realtà che si traduce in una scarsa capacità di influenzare le regole del gioco. Questo scenario, secondo l’autore, è il risultato di investimenti insufficienti e di una frammentazione politica che limita il potenziale europeo. Tra le figure chiave che animano questa rivoluzione, Aresu ci presenta personalità come Jensen Huang, fondatore di NVIDIA e leader indiscusso nello sviluppo dei microchip avanzati che rendono possibile l’IA. Accanto a lui, “Bill” Dally, mente scientifica dietro le architetture computazionali che supportano le reti neurali. E poi Elon Musk, che Aresu invita a prendere sul serio: non tanto per le sue dichiarazioni provocatorie, ma per la sua storia imprenditoriale unica, che lo ha reso uno degli attori principali nella corsa all’IA. Il saggio analizza anche il ruolo dei grandi investitori privati, veri artefici dello sviluppo tecnologico contemporaneo. “Prima di pensare a scenari in stile Terminator”, sottolinea Aresu, “conviene studiare che cosa vogliono i grandi player che controllano e investono nello sviluppo dell’IA”. L’autore ricorda come Hollywood abbia contribuito a creare un immaginario distopico sull’IA, ma la realtà è ben più complessa: non una ribellione delle macchine, ma un controllo sempre più difficile da parte degli Stati. 

  Aresu esplora inoltre le connessioni tra filosofia, scienza e imprenditoria, mostrando come queste discipline si intreccino per plasmare il futuro. L’IA non è solo una questione tecnica: è un fenomeno che solleva interrogativi etici, filosofici e politici, che toccano ogni aspetto della società contemporanea. Il saggio analizza le implicazioni geopolitiche della rivoluzione dell’IA. Chi controllerà i dati e le tecnologie emergenti non avrà solo un vantaggio economico, ma influenzerà profondamente gli equilibri politici globali. Aresu invita a riflettere su come l’IA possa non solo accentuare le disuguaglianze tra le nazioni, ma anche ridefinire il concetto stesso di sovranità, mettendo in discussione il ruolo degli Stati tradizionali. L’evento di presentazione del libro offrirà un’opportunità unica per approfondire questi temi e dialogare con l’autore su una delle questioni più cruciali del nostro tempo: la sfida dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sul futuro dell’umanità.