La Sardegna affronta una crisi senza precedenti legata ai ritardi nei pagamenti dei fondi della Politica Agricola Comune (PAC), un problema che colpisce direttamente oltre 5.000 aziende agricole e zootecniche. Molti allevatori, che attendevano somme tra i 10.000 e i 15.000 euro, si sono ritrovati con accrediti irrisori, addirittura di soli 800 o 2 euro. Una situazione definita "assurda" dal Centro Studi Agricoli (CSA), il cui presidente Tore Piana annuncia un possibile esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari per far luce sulle responsabilità.
Il silenzio dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, diretto dall’on. Valeria Satta, sta alimentando il malcontento. Gli agricoltori, già in difficoltà per le spese quotidiane, si sentono abbandonati dalle istituzioni.
Intanto, Fabio Vitale, direttore generale di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), accusa la Regione Sardegna di errori nella trasmissione dei dati sulle superfici agricole, ritenuti la causa principale dei ritardi.
Alla base del problema c’è l’applicazione della Carta Nazionale dei Suoli (CdSN), che ha portato alla riclassificazione di terreni da pascoli o coltivazioni a boschi, con conseguenti anomalie nei sistemi informatici. Questi errori stanno rallentando l’erogazione dei contributi vitali per molte aziende.
Le aziende agricole e zootecniche sarde dipendono da questi fondi per sostenere spese essenziali, come l’acquisto di mangimi. L’attuale situazione mette in pericolo la loro sopravvivenza, generando una crisi di fiducia verso le istituzioni. Tore Piana chiede risposte chiare e rapide: senza un intervento immediato, l’esposto alla Procura sarà inevitabile.
La Sardegna non può permettersi di ignorare le difficoltà di uno dei suoi settori più importanti. È urgente che le autorità regionali e nazionali collaborino per risolvere questa crisi e restituire stabilità a un comparto fondamentale per l’economia dell’isola.
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