Sovranità a corrente alternata: indignazione per Musk, ma Trump si poteva attaccare

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  Il Presidente Mattarella ha fatto benissimo a rispedire al mittente le considerazioni fuori luogo di Elon Musk. Non spetta certo al patron di Tesla dire all’Italia come gestire i suoi problemi interni o che giudizi dare sulle sue politiche. In quella che sembrava una goffa difesa di Giorgia Meloni, Musk è finito per fare un clamoroso autogol, scatenando una reazione compatta di difesa della nostra sovranità nazionale. 

  Bene così, almeno in apparenza. Ma questa levata di scudi, questa improvvisa indignazione di politici, intellettuali e giornalisti dovrebbe farci riflettere su qualcosa di ben più profondo e, diciamolo chiaramente, su una ipocrisia di fondo. Perché ora tutti a invocare il rispetto per la sovranità dell'Italia, la non interferenza, i valori della democrazia? Giusto così, certo, ma dov’erano queste anime indignate quando l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, veniva fatto a pezzi sulla scena internazionale? Non si tratta qui di difendere Trump, ma di mettere in luce un’abitudine insopportabile: quella di scagliarsi contro le “ingerenze” solo quando arrivano da chi non è ben visto dai nostri salotti buoni. Quando il bersaglio è Trump – o altri leader non graditi – va tutto bene, si può attaccare, criticare, offendere, senza rispetto per il ruolo e l’istituzione che rappresenta. 

  Ma se è Musk, ecco che scatta la difesa della patria. Due pesi, due misure. Il problema è proprio questo. Il rispetto per la sovranità, la dignità delle istituzioni e il valore della democrazia non possono valere solo a corrente alternata. Se si crede in questi valori, devono essere applicati sempre, senza guardare alla simpatia o antipatia che si prova per chi è dall’altra parte. Trump è stato preso di mira con una ferocia senza precedenti, e molti di quelli che oggi gridano all’indignazione per le parole di Musk hanno partecipato in prima linea in quel linciaggio. Hanno sminuito, denigrato, umiliato un presidente in carica, senza un briciolo di rispetto per il ruolo che ricopriva. Questo doppio standard è una piaga. Non si può parlare di sovranità nazionale solo quando ci conviene, o invocare il rispetto solo quando fa comodo. Se l’Italia è uno Stato sovrano e merita rispetto, allora questo rispetto deve valere per ogni Stato sovrano, che sia guidato da Trump, Biden, o chiunque altro. Se invece scegliamo di indignarci solo a giorni alterni, perdiamo ogni credibilità. E questa ipocrisia, questo giocare con i valori come fossero pedine, alla lunga fa più male alla democrazia di qualsiasi uscita di un Musk o di un Trump di turno.