La misteriosa moria di pesci nella laguna del Calich: un allarme che non può essere ignorato

-
  Il fenomeno della moria di migliaia di muggini nella laguna del Calich ad Alghero ha riacceso preoccupazioni tra pescatori, ambientalisti e cittadini. La situazione, che si ripete con inquietante regolarità, pone seri interrogativi sulla salute di uno degli ecosistemi più preziosi della Sardegna nord-occidentale.

  Il Parco di Porto Conte e l'Arpas, con i rispettivi biologi ed esperti, hanno effettuato le prime analisi delle acque, ma al momento non ci sono risposte definitive sulle cause di questa nuova emergenza ambientale. Le analisi preliminari hanno escluso le ipotesi più comuni. Non si è riscontrata una crisi anossica, ovvero la mancanza di ossigeno nell'acqua, né si sono verificati i classici fenomeni distrofi che spesso provocano la morte di pesci nelle aree lagunari. Tuttavia, il mistero rimane, con altre ipotesi sul tavolo, tra cui l'ostruzione delle branchie causata da particelle fini in sospensione o, peggio ancora, lo sversamento di sostanze nocive provenienti dai canali di acqua dolce che si immettono nella laguna. Il fenomeno desta profonda preoccupazione. 

  Come evidenziato dal presidente del consiglio comunale di Alghero Mimmo Pirisi in un post sui social media, «Ogni anno in questo periodo si ripete questa situazione. Credo che l'amministrazione comunale e le competenti commissioni debbano affrontare il tema». Parole che richiamano l'urgenza di un intervento coordinato e di un monitoraggio costante della situazione, non solo per rispondere a questa specifica emergenza, ma per prevenire futuri disastri ambientali. Il presidente della V Commissione consiliare Ambiente del Comune di Alghero, Christian Mulas, ha convocato con urgenza una seduta per lunedì 28 ottobre, alle ore 11, proprio per discutere di questo grave fenomeno. Alla riunione saranno invitati rappresentanti del Parco di Porto Conte, associazioni ambientaliste e l’Università, con l'obiettivo di approfondire la questione e trovare soluzioni a lungo termine. 

  Mulas ha dichiarato: «La laguna del Calich è un gioiello da salvaguardare e tutelare. Non è un mistero che il Calich abbia problemi, le continue immissioni quotidiane di reflui e la ripetuta anossia stanno modificando profondamente l’ecosistema della laguna, contribuendo ad accelerare fenomeni di eutrofizzazione e crescite incontrollate di alghe». Il problema non è solo di oggi, ma riflette una situazione che si è progressivamente aggravata nel tempo. La commissione richiederà al Parco di Porto Conte una relazione dettagliata sullo stato di salute della laguna, con l'intento di portare un quadro chiaro della situazione in discussione. Tuttavia, per risolvere veramente il problema, serve più che una semplice analisi. È necessaria una presa di coscienza collettiva e un impegno serio da parte delle istituzioni locali e regionali per affrontare le cause profonde che stanno lentamente deteriorando questo delicato ecosistema. Il caso della laguna del Calich è solo uno dei tanti esempi di come la Sardegna, pur con tutta la sua bellezza naturale e la sua storia di lotta per l'autodeterminazione, sembri incapace di affrontare in modo deciso i problemi ambientali che la affliggono. Da anni si parla di sostenibilità, di tutela del paesaggio, ma quando si tratta di intervenire concretamente, tutto si ferma di fronte a ostacoli burocratici e mancanza di fondi. È una lotta impari, e la Sardegna, oggi più che mai, sembra destinata a perdere se non si cambia approccio. In un'isola che si vanta di preservare tradizioni millenarie e di rispettare la natura, la questione ambientale dovrebbe essere al primo posto. Eppure, finché questi temi non diventeranno una vera priorità politica, non ci sarà soluzione al deterioramento che stiamo osservando, giorno dopo giorno, nelle nostre terre.