Sardegna: il turismo lento e sostenibile per riscoprire l’anima dell’isola

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  In un mondo che corre sempre più veloce, c’è un’isola che invita a rallentare, a riprendere fiato e a riscoprire il legame con la terra, con le comunità e con il tempo. È la Sardegna, che attraverso il progetto "Noi Camminiamo in Sardegna" ha mostrato al mondo come il turismo possa essere una forma di rispetto, una celebrazione di autenticità, tradizioni e solidarietà. Con l’evento conclusivo della terza edizione, al teatro comunale di Cala Gonone, la presidente della Regione Alessandra Todde ha chiuso una settimana di cammini che hanno attraversato l’isola da nord a sud, toccando il cuore pulsante dei piccoli Comuni, veri baluardi di identità e resistenza contro lo spopolamento. "Occorre riappropriarsi dello stile di vita delle comunità", ha detto Todde, "e con questo approccio aprirsi in modo discreto e costruttivo verso l’esterno". Le sue parole sono un invito a ripensare il turismo non come un consumo rapido e superficiale, ma come un’opportunità per entrare in sintonia con i territori e con chi li abita. 

  Per una settimana, dal 30 settembre, 70 Comuni sardi hanno aperto le loro porte, guidando i viaggiatori attraverso 15 itinerari che raccontano storie millenarie e moderne. Dai Cammini storici come quello di Sant’Efisio e di Santa Barbara, fino ai percorsi devozionali come il Cammino Francescano e la Via dei Santuari, ogni sentiero ha offerto un pezzo di Sardegna che resiste, che si difende dallo spopolamento e che guarda al futuro con la forza delle proprie radici. A Cala Gonone, Franco Cuccureddu, assessore del Turismo, ha sottolineato l’importanza di strutturare un’offerta turistica che vada oltre il mare e le spiagge, puntando su un turismo che valorizzi borghi, enogastronomia, e esperienze autentiche. "In Sardegna si può vivere di turismo", ha affermato Cuccureddu, sottolineando come la sfida sia quella di aumentare l’incidenza del turismo sul PIL regionale, rendendolo appetibile tutto l’anno, in tutti gli angoli dell’isola. Il turismo lento non è solo una moda, ma una necessità. Una necessità per chi visita, perché permette di vedere la Sardegna con occhi diversi, e una necessità per l’isola stessa, che attraverso il turismo esperienziale e sostenibile può combattere l’erosione demografica e economica. Camminare in Sardegna significa entrare in contatto con l’essenza stessa dell’isola, con i suoi silenzi, i suoi paesaggi incontaminati, e con le persone che, pur tra mille difficoltà, continuano a mantenere vivi i valori che rendono unica questa terra. E così, passo dopo passo, la Sardegna si racconta. Non solo per essere guardata, ma per essere compresa e vissuta. Un'isola che insegna la pazienza, la scoperta lenta, il piacere del viaggio interiore.