Ad Alghero si muove finalmente qualcosa: l’acquisizione di 197 ettari tra Punta Giglio e Capo Caccia è stata approvata in Commissione. Si parla di terreni di straordinario pregio naturale, un autentico gioiello che la nostra comunità potrebbe fare suo. Ma attenzione, siamo solo al primo passo di un lungo iter, e la domanda che dobbiamo porci è una sola: saremo davvero capaci di gestirlo senza commettere gli errori del passato?
La regia di questa operazione è nelle mani dell’Assessore Enrico Daga, che ha avuto il coraggio di affrontare la complessa contrattazione tra il Comune di Alghero, il Parco di Porto Conte e la società privata Borgosesia Spa, proprietaria dei terreni. Sembra quasi incredibile che, dopo anni di chiacchiere e immobilismo, si sia giunti a un accordo per acquisire un’area che da sempre rappresenta un pezzo della nostra identità. Ma non facciamoci illusioni: il cammino è appena iniziato, e la strada è tutta in salita.
I terreni in questione non sono un fazzoletto di terra qualunque. Parliamo di una vasta estensione di macchia mediterranea e foreste, sovrastate da una lecceta autoctona che rappresenta uno dei nuclei più antichi e pregiati del Parco di Porto Conte. Questo patrimonio naturale, che include la località "Bramassa", una zona che necessiterà di interventi forestali e manutenzione, sarà ora oggetto di tutela e valorizzazione, almeno in teoria.
E qui sorge il primo, inevitabile dubbio: siamo davvero in grado di prenderci cura di questo tesoro, o finirà come tante altre volte, con la solita devastazione e l’incuria a cui purtroppo siamo abituati? La storia ci insegna che quando il pubblico mette le mani su beni di tale valore, il rischio è sempre dietro l’angolo. Basti pensare a quanti terreni, parchi, e strutture sono stati lasciati al loro destino, abbandonati all’incuria e al degrado.
La Commissione ha approvato, è vero, ma il percorso è ancora lungo e il passaggio al Consiglio Comunale sarà solo la prossima tappa di questa partita. Il punto all’ordine del giorno è chiaro: “Determinazioni del Consiglio per acquisto di terreni a Punta Giglio e Capo Caccia”. Tuttavia, la vera sfida inizierà solo quando quei terreni diventeranno ufficialmente parte del patrimonio comunale. Saprà l’amministrazione gestirli con la cura e la dedizione che meritano? Oppure rischiamo di trovarci di fronte all’ennesima occasione persa, all’ennesimo esempio di come il pubblico non sappia valorizzare ciò che possiede?
Il finanziamento di questa operazione è garantito, almeno in parte, dalla partecipazione al Programma regionale Sardegna FESR 2021-2027. Parliamo di un bando che potrebbe portare nelle casse del Parco di Porto Conte fino a due milioni di euro, di cui il 10% sarà destinato proprio all’acquisto di questi terreni. Il Comune di Alghero dovrà poi farsi carico della parte restante. Ma non è la questione economica a preoccuparci. È la gestione futura, la capacità di trasformare queste aree in un esempio virtuoso di tutela e valorizzazione ambientale.
I 197 ettari di cui parliamo non sono solo un pezzo di terra, sono un pezzo della nostra storia, del nostro territorio, della nostra identità. Corriamo il rischio di vederli trasformati nell’ennesima occasione persa, se non saremo in grado di agire con lungimiranza e rispetto. Non basta sventolare la bandiera dell’acquisizione pubblica per sentirsi a posto con la coscienza.
La vera sfida sarà mantenerla intatta, conservarla, farne un luogo di cui essere fieri, e non l’ennesimo monumento all’incapacità gestionale del pubblico. Ma la domanda rimane: saremo davvero capaci di preservare questo patrimonio, o tra qualche anno ci troveremo a lamentarci dell’ennesimo scempio? La palla è nelle nostre mani, sta a noi decidere se vogliamo giocare la partita o lasciare che sia il tempo a decidere per noi.