La Sardegna è alle prese con una grave emergenza sanitaria nei suoi allevamenti ovini e bovini a causa della diffusione incontrollata del virus Blue Tongue, particolarmente virulento nel sierotipo 3, per il quale attualmente non esistono vaccini. La situazione è allarmante: secondo i dati diffusi dal Centro Studi Agricoli (CSA), sono stati individuati 853 focolai sull'isola, di cui 528 legati a un sierotipo sconosciuto e 223 al sierotipo 3, con migliaia di capi già colpiti o deceduti.
Le province più colpite sono quelle del Nuorese, con 194 focolai, e Oristano, con 173 focolai.
Carmen Materazzo, responsabile del comparto zootecnico del CSA, denuncia una gestione inadeguata della situazione da parte delle autorità regionali: "Pur essendo noto il rischio del sierotipo 3 da oltre due anni, soprattutto nel Sulcis, non sono state adottate misure preventive sufficienti." Gli allevatori, già messi in difficoltà dalla siccità di quest'anno, si trovano ora di fronte a un disastro economico, aggravato dal blocco della movimentazione di capi bovini destinati alla vendita fuori regione e dalla necessità di sottoporsi a esami costosi senza indennizzi.
Il danno economico stimato supera già i 5 milioni di euro, con migliaia di capi a rischio di morte o gravemente compromessi, specie considerando che molte greggi sono in stato avanzato di gestazione. Il CSA ha richiesto un incontro urgente con gli assessori regionali alla Sanità e all'Agricoltura per attivare misure straordinarie e l’avvio immediato degli indennizzi per gli allevatori. "Se la Regione non interverrà entro tre giorni, ci rivolgeremo alla Prefettura di Cagliari e al Ministero della Sanità," conclude Materazzo.
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